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Gennuso arrestato per voto di scambio, poi il Riesame ha annullato l'ipotesi accusatoria

Pippo Gennuso

CATANIA. "È andato tutto bene, ma ha n'escere i soldi..." (adesso deve tirar fuori i soldi, ndr). È la richiesta, fatta da un uomo vicino a Massimo Rubino, sfregando indice e pollice, alla fine dei festeggiamenti del 19 gennaio scorso per l'elezione del riconfermato deputato regionale Pippo Gennuso, intercettata dai carabinieri di Siracusa nell'ambito dell'inchiesta che vede il consigliere regionale di Popolari e Autonomisti ai domiciliari con l'accusa di voto di scambio politico-mafioso alle ultime regionali.

Insieme con Gennuso sono stati arrestati anche Massimo Rubino (ai domiciliari), accusato di essere il procacciatore di voti per conto di cosa nostra, e Francesco Giamblanco (in carcere). Entrambi presunti affiliati al clan mafioso di Avola.

Nelle intercettazioni, sostiene la Procura distrettuale di Catania, emerge un precedente accordo tra il candidato e gli esponenti del clan Crapula, ai quali importa soltanto del denaro. In un colloquio tra Francesco Giamblanco, genero del capo clan Michele Crapula, e Rubino, il primo è categorico: "... abbiamo quattro-cinquecento voti, ma lo abbiamo con i fatti! I soldi ci vogliono". E Rubino concorda: "..noialtri stiamo facendo la base? Lo sai come stiamo facendo? Cinquanta euro, no? A famiglia! Quanti sono? Cinquanta euro lui sta uscendo? La base nostra cinquanta euro a persona". Ad Avola, sottolinea la Procura, Gennuso prenderà 424 voti.

"Il dato oggettivo è che sul territorio di Avola, che è diverso da quello di provenienza del deputato Pippo Gennuso, ha riportato un numero di preferenze, 424, che è di gran lunga superiore a quello del terzo candidato che ne ha avute 65, mentre il primo, originario di Avola, ne ha raccolti un po' più di mille - ha detto il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, in conferenza stampa -. Dalle indagini sappiamo che certamente l'onorevole Gennuso aveva contezza della caratura criminale dei soggetti con cui stava dialogando e da cui aveva accettato la promessa di voti".

AGGIORNAMENTO

Con lettera del 13 dicembre 2022 l’avvocato Corrado Di Stefano, per conto del suo assistito, on. Giuseppe Gennuso, precisa quando segue: «Il Tribunale del Riesame di Catania, nell'ambito del proc. pen. n. 13470/17 RGNR - Trib. di CT, con provvedimento del 07.05.2018, ha totalmente annullato tale grave ipotesi accusatoria».

 

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