Avevano chiesto 25 mila euro per sostenere le spese processuali. Un’estorsione bella e buona, secondo la Dda, che ha portato all’arresto di Antonino Carbè, 48 anni, di Avola e Paolo Masuzzo, 60 anni, di Noto. I due uomini sono gravemente indiziati del reato di «tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso» e sono stati arrestati dai carabinieri di Siracusa che hanno dato esecuzione all’’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Catania, su richiesta della Dda. L’indagine, avviata nel mese di aprile 2021, ha avuto origine dalla denuncia presentata dal titolare di una nota attività commerciale di Avola al quale i due arrestati si sarebbero rivolti per ottenere 25.000 euro che sarebbero serviti per sostenere alcune spese processuali. «I due - secondo quanto riferiscono i carabinieri - avrebbero avanzato le loro richieste in più occasioni e dichiarato di essere stati mandati da un esponente di vertice del locale clan mafioso dei «Pinnintula» prospettando, indirettamente, nel tipico gergo mafioso e intimidatorio, le conseguenze che sarebbero potute derivare in caso di mancata dazione del denaro». Il quadro probatorio ricostruito, in una fase del procedimento nel quale non è ancora instaurato il contraddittorio delle parti, avrebbe trovato positivo riscontro nelle acquisizioni delle riprese filmate che hanno documentato gli incontri tra gli indagati e la persona offesa nonché negli esiti delle attività tecniche di intercettazione. La vittima, sin dal primo incontro con i presunti autori del reato, si è rivolta ai carabinieri di Siracusa che, coordinati dalla Procura distrettuale di Catania, attraverso le attività tecniche ed i servizi di osservazione, controllo e pedinamento, hanno raccolto, in questa fase, indizi di colpevolezza reputati gravi a carico dei due destinatari della misura cautelare emessa dal Gip di Catania.