È famosa come “Ferrovia del Vino”, una delle tratte ferroviarie più caratteristiche, dall’intenso valore storico e culturale. È la linea Noto-Pachino di cui sono stati presentati gli interventi per la sua riapertura per usi turistici. A descrivere il piano dei lavori eseguiti sono stati nella stazione di Noto, la Fondazione FS che ha promosso il progetto e Rete Ferroviaria Italiana, capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo Fs. I lavori rappresentano un altro step verso la riapertura della linea storica Noto – Pachino.
Erano presenti il direttore generale della Fondazione FS Luigi Cantamessa, del responsabile della direzione pperativa infrastrutture territoriale di Rete Ferroviaria Italiana Carmine Rogolino e del sindaco di Noto Corrado Figura. A bordo di una coppia di automotrici in livrea storica, percorsi i primi chilometri della Noto – Pachino.
Dismessa nel 1986, la linea lunga 27 chilometri dal paese di Noto, capitale del Barocco, punta verso il mare. Allontanandosi dalla costa, poi, la ferrovia entra nell’area archeologica dell’antica città greca di Eloro e della Villa romana del Tellaro, per poi raggiungere la Riserva naturale e Oasi faunistica di Vendicari, nel territorio di Marzamemi.
La linea prosegue costeggiando la grotta di Calafarina, sito archeologico di notevole importanza per i numerosi rinvenimenti di varie epoche, in particolar modo della prima età del bronzo. Pachino è la tappa conclusiva: la stazione è la più meridionale d’Italia e d'Europa, per quanto riguarda le linee a scartamento ordinario. Il ripristino storico della linea è stato finanziato dal Fondo complementare del Ministero della Cultura collegato al Piano nazionale di ripresa e resilienza per un investimento complessivo di 40milioni di euro.
Caricamento commenti
Commenta la notizia