Maddalena morta a 18 anni, la mamma: "Non puntate il dito contro la donna che l'ha investita"
Non esiste dolore più grande al mondo della perdita di un figlio. E’ innaturale, è una ferita che non si rimargina e sanguina sempre. Eppure nel cuore di Claudia, la mamma di Maddalena Galeano, c’è tanta dignità. A poche ore dai funerali della giovanissima figlia, vittima di un incidente stradale il 17 gennaio scorso nella zona nord di Siracusa, dopo lo scontro con un’auto mentre era a bordo del suo motorino, ha trovato la forza di parlare alla città. Lo ha fatto durante la trasmissione del mattino Doppio Espresso. “Mi fa rabbia tutto questo puntare il dito sulla donna che ha rovinato e tolto il sorriso dalla vita mia, delle sorelle, di mio marito e dei miei familiari - dice - Tutti noi, almeno una volta, abbiamo guardato il cellulare mentre eravamo alla guida. Ecco, io vorrei solo, se proprio è necessario, che ci si fermi. E soprattutto che si utilizzino cuffie e quant’altro”. Non serve accusare nessuno in questo momento per mamma Claudia, ma riflettere su quanto è accaduto e imparare la lezione che questa tragedia sta dando a tutti quanti. “Non so chi c’era alla guida dell’auto - continua la mamma di Maddalena -. So che era una donna che andava veloce e probabilmente era al telefono. Anche lei ha iniziato il suo calvario personale. Non è uguale al mio ma queste non sono cose che si possono mettere sul piatto della bilancia”. Ci si aspetterebbe da una mamma distrutta dal dolore, quale è, sentimenti di odio e vendetta, sarebbero anche comprensibili, e invece le sue parole traspirano di grande, profonda umanità. La stessa che ha spinto i genitori a donare gli organi della figlia. Maddalena frequentava l’ultimo anno del liceo Tommaso Gargallo ed era una sportiva. Aveva ereditato questo amore dalla mamma campionessa di nuoto e da papà ex pattinatore. Anche Maddalena aveva partecipato, rappresentando la Sicilia, a tanti campionati di Pentathlon e giavellotto. Tanti i messaggi di cordoglio da parte delle associazioni sportive con le quali la giovane si era allenata e aveva gareggiato. Un messaggio è arrivato anche dal presidente della Fasi, federazione arrampicata sportiva italiana, Davide Battistella, e dalla società di atletica Asd Selene-Milone-Diana. E gli amici, i familiari, i compagni non possono dimenticare quegli occhi scuri lucenti e quel sorriso contagioso. Tanti i messaggi sui social in ricordo della giovane. “Ci chiediamo perché sia tanto ingiusta la vita, come si possa permettere ad un sorriso giovane di spegnersi così – scrive Antonio Carbonaro -. Questo è il prezzo pagato per il nostro egoismo e le nostre distrazioni alla guida”. “Bella, impegnata nello sport, amante della natura e sempre pronta ad aiutare il prossimo”. Così la descrive l’amico Francesco Sfilio. Si stringono alla famiglia anche gli amici del Vertical Climbing Center che con lei avevano gareggiato la domenica prima della tragedia. Non si allena più Maddalena ora per arrivare al traguardo, per vincere trofei e medaglie, perché il premio più importante, quello che vale di più e la rende orgogliosa e fiera di se stessa, lei lo ha già vinto, ed è l’amore smisurato dei suoi amici e della sua famiglia, il ricordo di lei che per la vita tutti porteranno sempre nel cuore.