SIRACUSA. Tombe del periodo greco, del quinto e sesto secolo A.C., in viale S. Panagia, all'incrocio con via Bulgaria a Siracusa, sopraffatte dal cemento, dall’asfalto e piene di rifiuti. E’ la denuncia dell’associazione ambientalista "Natura Sicula" che ha immortalato la situazione di degrado urbano.
Alcune tombe sono piene di bottiglie, di imballaggi, di bicchieri di plastica, di cartacce e rifiuti vari che le nascondono.
“Sembrano pattumiere – scrive e denuncia l’ambientalista Fabio Morreale. - Invece sono il residuo di una vasta necropoli indagata per la prima volta nel 1959, poi nel 1990 e nel 2002. Quelle in viale S. Panagia sono state fagocitate durante i lavori di ampliamento e sistemazione del viale (1988), e di costruzione della chiesa Madre di Dio, del tribunale e del parcheggio. Le tombe, che ricadono nell’area della chiesa, vengono usate come fioriere”.
All'interno di alcune tombe piene di terra, si vedono piante come palme, oleandri, ulivi, papiri.
“Piante che, lentamente e silenziosamente, sono capaci di spaccare la roccia e di distruggere ogni tomba”, aggiunge Morreale, “La necropoli, una delle sette del capoluogo, sarebbe tutelata dal vincolo archeologico, ma se questi sono i risultati, non oso pensare cosa ne sarebbe stato se non avesse goduto di alcun vincolo. La verità è che quando hanno deciso di costruire, le colate di cemento e di asfalto sono state versate anche dove le tombe creavano ostacolo alle costruzioni, sia che fossero della chiesa o del Comune o di privati. Il rispetto delle regole avrà infastidito tantissimo gli autori dello sviluppo a ogni costo. Anche in questo caso le regole della tutela, della conservazione, dello sviluppo sostenibile sono state calpestate dal profitto”.
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