Un gran premio in Sicilia nel 2026 e si chiamerà "Gp della Trinacria". La "bomba" l'ha lanciata nientemeno che Stefano Domenicali, Ceo di Liberty Media, la società che di fatto controlla la Formula Uno.
Possibile? Detta così sembra incredibile, per molteplici motivi, uno dei quali è che la rivelazione è stata fatta "a casa" di un siciliano doc, l'augustano Rosario Fiorello, nella trasmissione Viva Rai 2, il morning show più seguito della televisione italiana. “Un Gran premio di Formula Uno in Sicilia nel 2026, si chiamerà Gran premio di Trinacria", ha annunciato Domenicali, all’orecchio di Fiorello.
Con molta probabilità si tratta di un sogno, di una battuta. La Sicilia, è vero, è terra di motori e di piloti, con una grande tradizione (basti pensare alla Targa Florio), ma i costi per sostenere un gran premio sarebbero semplicemente proibitivi. Per costruire un tracciato moderno ci vorrebbero tra i 250 e i 300 milioni di dollari, ed il costo operativo annuale di un tracciato idoneo ad ospitare la formula 1 è mediamente 18.5 milioni di dollari.
Se si volesse ospitare fa Formula 1 su un tracciato di vecchia concezione (facciamo un esempio, Pergusa) è possibile che i costi di riammodernamento per renderlo conforme alle norme di sicurezza richieste dalla Fia siano di diverse decine di milioni di dollari, oltre i 50. Si dovrebbe poi versare una “tassa di ospitalità” (hosting fee) pari a circa 30 milioni di dollari nell’anno di avvio del contratto, con un aumento per ogni anno di contratto.
Non è un caso insomma che negli ultimi anni i "nuovi" gran premi siano arrivati da paesi ricchissimi soprattutto di petrolio (Arabia Saudita, Bahrain, Qatar, Emirati Arabi, tanto per citarne alcuni) o di altro (Miami negli Stati Uniti, dove ha sede Liberty Media). Insomma per la Sicilia avere un gran premio di F1 molto probabilmente rimarrà soltanto un sogno, ma sperare e sognare è sempre lecito.
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