Al largo di Portopalo il telescopio degli abissi che esplora l'universo
Si chiama KM3NeT ed esplora l’universo dagli abissi del Mediterraneo, il telescopio che ha catturato il neutrino da record, con un’energia mai vista. Si trova a 3.450 metri di profondità, a circa 80 chilometri al largo della costa di Portopalo di Capo Passero, in Sicilia, ed è una gigantesca infrastruttura ancora in costruzione, che oltre ad ascoltare il cosmo fornisce dati ultimi alla sismologia come alla biologia marina. Uno dei suoi primi risultati era stato infatti l’ascolto del canto dei capodogli. L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è capofila del progetto per l’Italia, dove il telescopio è finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca e alla Regione Sicilia. È in programma lo sviluppo grazie al progetto KM3NeT4RR, finanziato con i fondi del Pnrr riservati dal Mur al potenziamento delle infrastrutture di ricerca. A livello internazionale il telescopio ha un finanziamento da parte dell’Unione Europea, che lo ha inserito nel piano delle infrastrutture Esfri (European Strategy Forum on Research Infrastructures). Il telescopio sottomarino esplora il cielo grazie a due rivelatori: Arca ARCA (Astroparticle Research with Cosmics in the Abyss), che ha visto il neutrino da record, e Orca (Oscillation Research with Cosmics in the Abyss), che studia le proprietà fondamentali dei neutrini. Posizionate a circa 100 metri l’una dall’altra sul fondale marino, sono alte 700 metri e ciascuna è composta da 18 moduli ottici digitali, ognuno con 31 fotomoltiplicatori. Un cavo sottomarino permette di trasmettere i dati alla stazione di terra dei Laboratori Nazionali del Sud dell’Infn. Il rivelatore Orca si trova alla profondità di 2.450 metri, a circa 40 chilometri dalla costa di Tolone, in Francia. I dati che raccoglie vengono inviati inviati alla stazione di terra di La Seyne Sur Mer. Secondo il progetto, nella sua configurazione difinitiva il telescopio KM3NeT dovrebbe occupate il volume di oltre un chilometro cubo per un totale di circa 200.000 fotomoltiplicatori. La Collaborazione KM3NeT riunisce oltre 360 ricercatori che fanno capo a 68 istituzioni di 21 Paesi di tutto il mondo. Il contributo dell’Italia è coordinato dall’Infn con i gruppi di ricerca de i Laboratori Nazionali del Sud e le sezioni dell’ente attive presso: il Politecnico di Bari e le università di Bologna, Catania, Genova, Federico II di Napoli, Firenze, Padova, Salerno, Università della Campania Luigi Vanvitelli e Sapienza Università di Roma.