MILANO. Un ritrovamento sorprendente, tanto quanto potrebbe esserlo la scoperta di canguri in Svezia o di orsi polari in Antartide: è l'identificazione in Sicilia e Giappone di due fossili di balena franca pigmea, gli unici mai rinvenuti in tutto l'emisfero settentrionale. Il loro studio, pubblicato su Current Biology da un team internazionale di ricerca, dimostra che 1,8 milioni di anni fa questo enigmatico cetaceo tipico dell'emisfero meridionale ha fatto una 'capatina' anche a nord dell'equatore, probabilmente ingannato dai cambiamenti climatici. Con una lunghezza massima di 6,5 metri, la balena franca pigmea (Caperea marginata) è una delle più piccole e misteriose balene attuali: vive solo nelle acque più fredde e meridionali di Australia, America, Africa e Nuova Zelanda e, almeno fino ad oggi, si pensava che fosse stato così anche in passato. A cambiare le carte in tavola è stata l'analisi di un cranio fossilizzato, trovato a Okinawa e conservato allo Smithsonian Institution di Washington, nonché di un osso fossilizzato dell'orecchio, scoperto vicino a Siracusa dal paleontologo Agatino Reitano e oggi conservato al Museo di Storia Naturale di Comiso. La ricerca, a cui ha contribuito anche l'Università di Pisa e l'Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Igg-Cnr), dimostra che "durante la glaciazione del Pleistocene inferiore questa balena si è spostata a nord seguendo risorse di cibo abbondanti e che in seguito - spiega il paleontologo, Gianni Insacco del Museo di Comiso, tra gli autori dello studio - non è riuscita a sopravvivere alle oscillazioni climatiche più calde del Quaternario. La scoperta - continua l'esperto - fa capire come le acque calde e tropicali dell'equatore agiscano da barriera invisibile, impedendo la migrazione dei mammiferi marini e creando quei presupposti di isolamento biogeografico favorevoli allo sviluppo di condizioni alla differenziazione di nuove specie o, drammaticamente, anche all'estinzione".