
Nel silenzio clinico di una stanza del Sert di Siracusa, una bobina invia impulsi magnetici al cervello. Non è fantascienza, ma il volto più avanzato della medicina nella lotta alle dipendenze. Si chiama Stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTms) ed è la nuova arma che l'azienda sanitaria di Siracusa mette a disposizione dei pazienti che affrontano il difficile percorso di disintossicazione da sostanze o dipendenze comportamentali come il gioco d’azzardo. Non a caso, il servizio parte proprio oggi, 26 giugno, in occasione della Giornata internazionale contro l'abuso e il traffico illecito di droga. Un segnale forte, che evidenzia l’impegno dell’Asp nel proporre soluzioni terapeutiche innovative e integrate.
«L'introduzione della stimolazione magnetica transcranica ripetitiva nel Sert di Siracusa - spiega il manager Alessandro Caltagirone - rappresenta un passo fondamentale per l’Asp nel continuo miglioramento dei servizi sanitari che offriamo ai cittadini. La rTms è una metodologia che, integrandosi con le terapie esistenti, ci permette di fornire un supporto ancora più efficace nella lotta alle dipendenze. Il nostro impegno è costante nell’adottare soluzioni continue che possano realmente fare la differenza nella vita delle persone e delle loro famiglie, offrendo percorsi di recupero sempre più personalizzati e mirati».
Ma come funziona? Durante le sedute, il dispositivo stimola aree specifiche del cervello, in particolare la corteccia prefrontale sinistra, implicata nei meccanismi del desiderio e dell’impulsività.
«Le evidenze scientifiche attualmente disponibili - dichiara Ernesto De Bernardis - indicano che la stimolazione della corteccia prefrontale sinistra può contribuire in modo significativo alla riduzione del desiderio, dell’impulsività e, in alcuni casi, anche del consumo stesso».
La rTMS, spiega ancora De Bernardis, è ben tollerata, non invasiva e rappresenta una risorsa preziosa nei casi resistenti alle terapie tradizionali. «È fondamentale sottolineare che questo approccio non sostituisce i percorsi terapeutici consolidati basati su farmaci, colloqui psicologici e supporto sociale. Si propone invece come una risorsa aggiuntiva, particolarmente utile nei casi in cui le terapie tradizionali non siano risultate pienamente efficaci».
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