Sono giornate amare ma piena fiducia nella giustizia. Bisogna difendersi nei processi, non dai processi». Lo dice Fabio Granata, ex assessore regionale ed ex presidente della Commissione regionale antimafia, indagato nell’ambito di un’inchiesta su reati fallimentari, tributari e contro il patrimonio che ha portato ad un sequestro preventivo di 5 milioni 670 mila 693 euro, disposto dal Gip di Siracusa nei confronti di sette persone e otto società indagate. Le accuse a vario titolo sono di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di autoriciclaggio, bancarotta, reati fiscali. Le otto società finite nell’indagine sono riconducibili al gruppo Onda di Siracusa, che si occupa di distribuzione di energia elettrica, in particolare tra Sicilia e Sardegna. «Nonostante accuse del tutto prive di fondamento, rispetto a tal punto la magistratura che parlerò del merito del procedimento nel quale risulto indagato, solo quando sarà archiviato o comunque definito secondo le procedure di legge». Granata, secondo il gip, avrebbe avuto una posizione «assai sfumata». “Ribadisco come mai, nella mia vita privata o pubblica, ho posto in essere un solo comportamento che non rispondesse ai valori di legalità e trasparenza per la difesa dei quali ho combattuto e pagato negli anni prezzi elevati. Ho le spalle larghe, la mente lucida, la consapevolezza di una vita spesa sempre e solo in difesa dei beni comuni e delle cose in cui credo. In questi giorni amari, mi danno forza le testimonianze di amicizia e fiducia di centinaia di persone, molte delle quali attivamente impegnate ai livelli più alti sul fronte della difesa della legalità repubblicana».