Su sovranità alimentare e Africa nel solco del «sogno» di Enrico Mattei, il governo Meloni porta a casa l’appoggio convinto del gruppo dei sette. Ma sono tante le parole chiave che fanno inorgoglire per il «successo» dell’evento il ministro Francesco Lollobrigida, «mentre gli altri fanno solo chiacchiere», a conclusione degli otto giorni di Expo e G7 Agricoltura a Siracusa, inaugurati dalla premier Giorgia Meloni e con la presenza in apertura e chiusura dei presidenti di Camera e Senato Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. Giovani, innovazione, cooperazione, sostenibilità ambientale sono solo alcuni dei temi centrali di una settimana di bilaterali, riunioni, convegni, dimostrazioni e degustazioni, segnata da qualche protesta contenuta ai margini del perimetro dell’isola, l’ultima di oggi con in testa l’europarlamentare Leoluca Orlando.
Seicento aziende, 200 stand sparsi per l’isola di Ortigia, 18 regioni italiane coinvolte con i loro prodotti messi in vetrina, circa 500 mila visitatori - il dato sarà ufficializzato domani - sono i numeri di un G7 «aperto», come l’ha più volte definito il ministro per rimarcare la differenza con i summit nei salotti. E rivolto alla stampa: «Due cronisti sono venuti e non hanno scritto nulla, pensavano di trovare qualcosa che andasse male e non lo hanno trovato», ha detto Lollobrigida.
Cinque i punti del comunicato condiviso alla fine delle sessioni nel castello Maniace dai sette Paesi membri: rafforzare il settore per sistemi alimentari redditizi, resilienti, equi e sostenibili; scienza e innovazione per la mitigazione e l’adattamento al cambio climatico; le giovani generazioni come agenti e protagonisti del cambiamento; pesca, acquacoltura e sicurezza alimentare sostenibili; contributo del G7 allo sviluppo dell’agricoltura e dei sistemi alimentari in Africa. Si è parlato anche di tecnologie emergenti, come l’Intelligenza artificiale, per ottimizzare le risorse. La sovranità alimentare, poi, da questo G7 diventa approccio mondiale. E, precisa il delegato del ministero per l’Agricoltura francese, Frederic Lambert «non ha nulla a che vedere con il protezionismo».
Un focus specifico è stato dedicato all’importanza di promuovere l’impegno e l’occupazione dei giovani in questi settori, sia per imparare dalle pratiche tradizionali sia per stimolare l’innovazione e accelerare il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, accogliendo con favore i risultati dell’Agri-Young Hackathon del G7. Proprio per concretizzare il coinvolgimento dei giovani, il Lollobrigida ha annunciato l’intenzione di realizzare una Consulta permanente dei ragazzi nel suo ministero. A loro è riservato il servizio civico agricolo, il cui avviso sarà pubblicato il 2 ottobre. “Qualcuno ha detto che vogliamo sfruttare i giovani pagandoli 3 euro, io dico che non è vero. Ma poi perché sarebbe sfruttamento in agricoltura e non all’interno di un comune o di un sindacato?», ha osservato il ministro. Pronta la replica di Avs con il vicepresidente alla Camera, Marco Grimaldi: «Speriamo che ci sia qualcuno nel suo staff che possa spiegare al ministro che il servizio civile non è nato per sottopagare le persone» e invita a «lasciar stare Pertini», l’ex capo dello Stato che, ha affermato Lollobrigida, anche lui si definiva «patriota». Polemica a distanza anche sulla cannabis light e la crisi dei produttori di canapa. «Il proibizionismo di Lollobrigida crea danni», ha detto il segretario di Più Europa Riccardo Magi riferendosi alle parole del ministro rivolte a un produttore che lo ha avvicinato a Siracusa in cui Lollobrigida ha ribadito il «no all’uso ricreativo», garantendo altri usi, come quello sanitario.
Infine dal G7 è arrivata «unanime» la condanna alla Russia per la guerra in Ucraina, mentre sull’Africa, con undici Paesi che hanno preso parte al Forum dedicato, è stato condiviso un nuovo percorso. «Pensiamo si debba lavorare per crescere insieme evitando anche che centinaia di migliaia milioni di persone siano costrette a fuggire dalla loro terra per fame», ha sottolineato Lollobrigida. Anche perché, ha chiarito poi il ministro, «vogliamo persone che vengano in Italia a lavorare legalmente».
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