«La scuola italiana ha docenti e dirigenti di assoluto valore e che con stipendi modesti svolgono un eccellente lavoro. Non generalizziamo giudizi estemporanei. Lavoriamo insieme per migliorare sempre più il nostro sistema scolastico, a iniziare dalla valorizzazione del ruolo dei docenti». Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, prende posizione in modo netto commentando la lettera aperta scritta da una famiglia finlandese sulla scuola italiana, una lettera di forte critica.
Dopo appena due mesi la famiglia, marito moglie e quattro figli, ha fatto i bagagli e ha deciso di lasciare Siracusa per trasferirsi in Spagna. Elin Mattsson, pittrice finlandese di 42 anni, ha spiegato ad un giornale locale on line che avrebbe voluto per i suoi figli un sistema di istruzione migliore rispetto a quello che ha trovato nell’Isola. Lei ed il marito, che lavora per una azienda di informatica da remoto, avevano deciso di stabilirsi a Siracusa per godere del clima e della bellezza dei luoghi. La decisione di dire addio alla Trinacria è arrivata per colpa della scuola che la donna reputa insoddisfacente.
«Urlano, usano il fischietto e picchiano sul tavolo, mi raccontava mio figlio di 6 anni - scrive nella lettera - E quello di 14 anni mi diceva di conoscere l’inglese meglio dell’insegnante. Volevamo sperimentare il vostro clima e la vostra cultura fantastici ma le cose non sono andate come previsto». Sono bastati «appena due mesi per renderci conto che non ne valeva la pena», scrive Elin Mattsson che parla di un sistema scolastico «povero», di «classi rumorose» e di insegnanti «sprezzanti». E poi se la prende con l’immobilismo. «La giornata trascorre sulla stessa sedia dalla mattina a quando si torna a casa». E ancora: «L’insegnamento all’asilo dovrebbe venire dal gioco. Gioco libero! I bambini dovrebbero essere bambini il più a lungo possibile, se lo fai, otterrai buoni risultati a scuola. Negli asili finlandesi i bambini escono fuori ogni mattina tra le 9 e le 11, possono giocare liberamente. Hanno macchinine, oggetti per arrampicarsi, scatole con la sabbia. In Finlandia i bambini da 7 a 12 anni vanno a scuola da soli, usano la bicicletta o vanno a piedi, se abitano a più di 5 chilometri dalla scuola possono andare con il taxi o il bus della scuola. Pranzano a scuola, poi tornano a casa da soli quando la giornata scolastica è finita» continua Elin Mattsson.
E aggiunge: «Perché non tutti i bambini dovrebbero avere le migliori premesse per l’apprendimento? Perché non vi rendete conto dei benefici dell’aria fresca? Ciao Siracusa».
La famiglia finlandese assicura che tornerà in Sicilia per le vacanze. «Visiteremo la Sicilia come normali turisti - dice Elin Mattsson - La Sicilia è un posto fantastico, con persone simpatiche, buon cibo, sole, quando non si approfondiscono e frequentano le scuole».
La mamma lancia un appello perché si investano più soldi per il futuro dell’Italia. Al Meridione il grande problema è la dispersione scolastica che in Sicilia arriva al 21%, in Finlandia si ferma al 7%.
A rispondere alla pittrice finlandese è, tra gli altri, anche una insegnante italiana, Nicoletta Tancredi, che insegna latino e greco alle superiori a Salerno.
«Nella scuola italiana, quella da cui sei scappata - scrive nel suo blog - io ci lavoro. Così pure mio marito. E a volte vorrei scappare anch’io. Ed anche lui. Poi ci resto. E ci restiamo. A lottare contro i mulini a vento. Finché pazienza non ci abbandonerà. E ti dico: hai ragione! Sono anni che le riforme italiane non tengono conto della didattica. Non mettono al centro il discente. Troppo tempo che non si investe per rinnovare le strutture».
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