Non luogo a procedere per il sindaco di Avola, Luca Cannata, nell’ambito dell’inchiesta «Tutti a T'Avola». Il primo cittadino rispondeva solo di falso ideologico in una inchiesta che contestava agli indagati, a vario titolo, anche i reati di truffa, turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti e falso ideologico.
Lo stesso pm aveva sollecitato il proscioglimento, ritenendo insussistente la tesi delle pressioni sul Genio civile per i lavori di riqualificazione e di bonifica di Mare Vecchio. «Sono stato indagato per un sms di buon Natale e una telefonata al Genio civile - spiega Cannata - per informazioni sulla realizzazione di un’opera pubblica. Ho avuto fiducia nelle istituzioni e nella giustizia e il tempo mi ha dato ragione, ma non auguro a nessuno di subire quello che ho dovuto provare io in questi anni. Mi sono sentito accusato di una serie di reati e di un presunto commissariamento per mafia. Sono state gettate ombre sulla mia amministrazione quando invece ho governato esclusivamente per il bene di Avola».
E aggiunge: «E' la mia terza assoluzione da quando faccio il sindaco. Sono sicuramente tra i sindaci più controllati, sottoposto a ogni tipo di indagine nella storia della città. Dopo quasi due anni giustizia è fatta».
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia