Ha scritto una lettera al presidente della Repubblica e al ministro della Giustizia «a tutela della credibilità della giustizia, dei valori della nostra Costituzione e dell’integrità delle Istituzioni». Così il sindaco Francesco Italia ha espresso la sua «indignazione per i possibili esiti del procedimento scaturito dall’inchiesta sul 'Sistema Siracusa'». «Probabilmente - scrive Italia - è uno dei casi di corruzione in atti giudiziari più gravi nella storia della nostra Repubblica. Gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore, identificati come i principali protagonisti del procedimento, starebbero per patteggiare, con il consenso della Procura di Messina, una pena di circa 2 anni, oltre alla restituzione di circa 30 mila euro cadauno». Il primo cittadino ha sottolineato che «in conseguenza delle azioni criminose dei soggetti, l’amministrazione comunale è stata oggetto di un attacco diretto e senza precedenti, di tipo giudiziario, politico, mediatico ed economico, in ragione del quale ha rischiato il default». «Per le attività di corruzione in atti giudiziari di cui è stato vittima - ha aggiunto - il Comune di Siracusa ha dovuto provvedere al pagamento della somma di 2 milioni 800 mila euro, oggi dichiarata non dovuta e che, difficilmente, potrà essere recuperata. Somme, indebitamente sottratte ai cittadini siracusani per assistenza, servizi, scuole, strade». Il sindaco Italia si è chiesto infine come mai il ministero della Giustizia «dinanzi ad una gravissima fattispecie lesiva dell’immagine della Giustizia non abbia ritenuto doveroso costituirsi parte civile accanto al Comune di Siracusa».