PORTOPALO DI CAPOPASSERO. «Torna a casa», hanno gridato dagli scranni di maggioranza e opposizione. E a casa è tornato Pino Mirarchi, esponente del Pd, che sarà ricordato come il primo sindaco sfiduciato della storia del comune portopalese. «Ma faccio prima ricorso al Tar – ha assicurato – e se non dovesse andare a buon fine mi ricandido». Venerdì sera in una seduta fiume durata più di cinque ore e conclusasi a notte inoltrata Mirarchi è stato sfiduciato dal consiglio comunale con dodici voti favorevoli (Loredana Baldo, Mary Lupo, Paolo Campisi, Edy Pisana, Corrado Scrofano, Giorgio Chiaramida, Rachele Rocca, Attilio Nardo, Rachele Maucieri, Cristina Litrico, Gianni Drovetti e Salvo Nieli) due astenuti (Rossella Micieli e Ornella Burgaretta, uniche rimaste al fianco di Mirarchi sino all’ultimo) e un assente, Giovanni Chiavaro. Eletto nel 2014 con un progetto civico in cui erano presenti Partico democratico, Nuovo Centrodestra e movimenti civici, ha ottenuto una maggioranza di 9 consiglieri (contro i sei eletti all’opposizione), che si è ridotta in frammenti già nei primi anni di mandato sino alla scelta drastica della sfiducia.