SIRACUSA. «Quando ho rimesso il mio mandato da assessore regionale, come risposta alle accuse ingiuste che avevo ricevuto, l’ho fatto perchè consapevole di voler continuare il mio impegno all’interno del Partito democratico, ma al tempo stesso di voler porre un freno al clima di veleni che rischiava di danneggiare tutto il lavoro fatto». Sono le dichiarazioni dell’ex assessore regionale Mariarita Sgarlata all’indomani dell’archiviazione decisa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Siracusa, Michele Consiglio, riguardante il procedimento penale aperto nei confronti dell’ex componente della giunta di Rosario Crocetta per le presunte irregolarità riguardanti la costruzione di una piscina nella villa di contrada Isola.
Una vicenda che ha coinvolto anche i vertici della Sovrintedenza ai Beni culturali della città. Sgarlata ritiene chiuso il capitolo. Non vuole soffermarsi sulle ragioni di quella che ha sempre bollato come una macchinazione. E preferisce andare oltre. Parlando del suo impegno nel Pd. Ma non tralascia di evidenziare però come quella vicenda abbia rischiato di danneggiare anche quelle nomine «decretate» durante il suo mandato «che hanno sancito - dice - il ritorno degli archeologi a capo delle più importanti Soprintendenze siciliane». «Nomine - ricorda - effettuate legittimamente e dopo la scadenza naturale dei contratti ma rimesse in discussione solo otto mesi dopo proprio perchè fondate com’erano su principi di meritocrazia ed erano state sottratte al controllo della politica».
ALTRE NOTIZIE NEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia