Siracusa

Venerdì 29 Novembre 2024

Schede sparite, Gennusso: "Anch'io sarò parte civile"

SIRACUSA. «Per le schede elettorali delle regionali del 2012 sono stato gravemente danneggiato. Oltre a chiedere il risarcimento del danno al ministero di Giustizia mi costituirò parte civile nel processo penale contro il presunto responsabile che aveva in custodia i plichi nell'archivio del tribunale». Ad affermarlo è il parlamentare all'Ars Pippo Gennuso il giorno dopo lo slittamento della prima udienza preliminare ed il rinvio al 31 marzo per alcuni difetti di notifica celebrata dal gip Andrea Migneco nei confronti di Cosimo Russo, il dipendente del palazzo di giustizia accusato di avere fatto sparire i plichi contenenti le schede elettorali di nove sezioni di Pachino e Rosolini formulate in occasione del rinnovo del Parlamento siciliano nel 2012. «Se i miei colleghi si sentono danneggiati per le schede che sparirono per un fantomatico allagamento nel novembre 2013 - aggiunge Gennuso - io ritengo di essere stato massacrato per due anni rincorrendo verità e giustizia poi arrivata con una sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa che ha ordinato la ripetizione del voto in tre sezioni a Rosolini e sei a Pachino». Il riferimento, anche se non espresso, è diretto ai deputati regionali Bruno Marziano, Enzo Vinciullo, Giambattista Coltraro e all'ex parlamentare Pippo Gianni, quest'ultimo scavalcato da Pippo Gennuso nella ripetizione parziale del voto nei due Comuni finiti nel mirino, che all'udienza preliminare si sono fatti rappresentare da un legale, l'avvocato Paolo Ezechia Reale, a cui hanno dato mandato di chiamare in causa il ministero di Giustizia chiedendo un risarcimento civile per il danno economico che l'operatore giudiziario avrebbe causato. «Già da tempo - prosegue Gennuso - ho dato mandato ai miei legali di costituirmi parte civile nel procedimento penale mentre intendo avanzare al ministero della Giustizia una richiesta di risarcimento perché per ventiquattro mesi il seggio che mi spettava legittimamente è stato occupato da uno dei parlamentari che oggi vorrebbe essere risarcito».

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