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Non c’è pace nel Pd a Siracusa, i renziani: «Troppi ipocriti»

Paolo Gulino e Tony Gulino: «Le lacerazioni attuali colpa del congresso taroccato che ha portato all’elezione di Castelluccio alla guida del partito»

SIRACUSA. La stagione dei veleni nel Pd siracusano sembra non finire mai. Quello che manca è la reale volontà a costruire un momento di confronto con l’obiettivo di superare contrapposizioni che ormai sembrano incancrenite. Dinanzi ad uno scenario di questo genere appare chiaro che la soluzione potrebbe arrivare solo in due modi: il passo indietro chiesto da tanti ma che nessuno ha intenzione di compiere, o un’azione forte calata dall’alto. Nell’attesa si continua a litigare. E se è vero che il deputato regionale Bruno Marziano aveva annunciato la fine delle parole di pace. Lo stesso vale per altri esponenti del partito: Carmen Castelluccio per l’area Dem, Paolo Gulino e Tony Gulino per l’area Renzi.

«Basta con i pacificatori ipocriti - dicono i due esponenti dell’area Renzi - che pur sapendo che le posizioni sono inconciliabili non chiedono le dimissioni di Carmen Castelluccio la cui nomina a segretario è frutto di un congresso taroccato, causa delle lacerazioni attuali». Castelluccio dal canto suo difende la linea di condotta del partito nelle elezioni parziali di Rosolini e Pachino. E parla della «assoluta spregiudicatezza di autorevoli candidati del Pd che hanno chiesto il sostegno a Pachino degli oppositori sconfitti del sindaco Bruno». Castelluccio attacca Giovanni Giuca, replica alle ”lagnanze” di Giovanni Cafeo, bacchetta Carmelo Spataro e infine auspica il dialogo per «recuperare e confermare la fiducia dei cittadini garantendo qualità politica nel Pd».

Paolo Gulino e Tony Gulino parlano invece della «nomenclatura» scesa in campo per Marziano, difendono il diritto di Giuca ad avere la tessera del Pd ricordando l’ingresso di un consigliere di opposizione, Simona Princiotta, rimasta a loro dire ”a fare opposizione all’amministrazione Garozzo”. Poi gli attacchi alla gestione del Pd «considerata proprietà privata» e alle continue minacce di provvedimenti disciplinari. «Espellano dal Pd il sindaco Garozzo, Giovanni Cafeo, gli assessori del Pd - dicono i due renziani - la maggioranza del gruppo consiliare al Vermexio e i consiglieri di circoscrizione che non riconoscono tale gruppo dirigente. Ove ciò non accada, le dichiarazioni continue di questo gruppo dirigente sono da ascrivere alle serie: facciamoci del male e facciamo del male al partito». Da registrare infine l’ultima bacchettata di Marziano al sindaco Garozzo definito «distratto» sulla perdita dei fondi regionali per le strutture sportive.

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