Sara Bari dal bar dei genitori a Siracusa al sogno di Miss Italia: «In futuro vorrei diventare un'assistente sociale»
La passione per il sociale e una timidezza che «c’è sempre stata» ma ormai è in grado di controllare. Siracusana, Sara Bari è tra le reginette siciliane in gara alle prefinali di Miss Italia. Suo il titolo di Miss Framesi Sicilia - una novità di quest’edizione - conquistato lo scorso 10 agosto a Nissoria, in una delle prove regionali organizzate dall'esclusivista di Miss Italia per la Sicilia, Salvo Consiglio. Due grandi occhi scuri, diciotto anni appena compiuti e un metro e 77 di bellezza per una miss sui generis che per il secondo anno di fila ha deciso di mettersi in gioco. «Avevo già partecipato a Miss Italia - Sara si racconta - quando ho saputo che c’era la possibilità di riprovarci non ci ho pensato due volte. L’anno scorso non ero riuscita ad arrivare alle prefinali per me è già così un’emozione unica». Durante la premiazione, una foto la ritrae in lacrime, emozionatissima: «Non pensavo di vincere la serata - spiega - sono sempre stata molto timida, ma in questo Miss Italia mi ha aiutata tanto». Per lei, il concorso è stato soprattutto un motivo di crescita: «Quest’anno mi sono aperta molto - racconta - pensavo di trovare rivalità invece ho trovato tante amiche, mi sono affezionata allo staff, alle ragazze, Miss Italia è una grande famiglia». Il diploma in scienze umane e il lavoro di banconista nel bar dei genitori, a Siracusa. Sara ama leggere romanzi psicologici e sogna di diventare assistente sociale per «lasciare un segno» in chi incontra. «La passione per la mente umana e il sociale mi è nata grazie alla scuola - spiega - tempo fa ho fatto volontariato con dei ragazzi autistici. Quest’esperienza mi ha arricchita tantissimo, ho legato molto con loro e ho deciso di iscrivermi all’università per diventare assistente sociale». Una vita a fare danza, arti marziali e la passione per il canto. La miss siracusana è affascinata dalla concezione del mondo di Schopenhauer e nel tempo libero legge. L’ultimo libro nel comodino è “La casa delle voci”, un thriller di Donato Carrisi. A caratterizzarla una grande dose di sensibilità, empatia e un’altezza che non le dispiace mica: «Mi piace essere alta - spiega - da piccola mi chiamavano ‘giraffa’, ‘spilungona’, ma a me è sempre piaciuta questa mia caratteristica». Forte è la riconoscenza che nutre per mamma Tina e papà Silvio. «È grazie a loro se sono a Miss Italia - spiega -. Non avevo mai posato per dei fotografi o fatto sfilate. La timidezza mi ha portata a rinunciare a tante cose nella vita. Grazie alla mia famiglia sono riuscita a mettermi in gioco e a superare questa mia caratteristica che spesso mi paralizza».