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Caporalato a Cassibile, appello della Uil: "Rispetto per le vittime"

Caporalato - Foto archivio

«Dalla Sicilia, a Cassibile, sono sgomberati i negrieri del caporalato. Per le vittime di queste nuove schiavitù chiediamo invece lavoro dignitoso, sicurezza, accoglienza, rispetto. Lontano da ghetti e tuguri dove ogni giorno la dignità è calpestata, la vita minacciata». Lo affermano Luisella Lionti, segretaria organizzativa della Uil Sicilia e commissaria della Uil Siracusa-Ragusa-Gela, e i segretari della Uila Sicilia e Siracusa, Nino Marino e Sebastiano Di Pietro.

«Non bisognerebbe aspettare le notizie eclatanti e dolorose di uno sgombero - affermano gli esponenti sindacali - per scoprire che dietro tante e tali storie di disperazione si nasconde, ma non troppo, il racket dello sfruttamento che si arricchisce alle spalle di migliaia di lavoratrici e lavoratori. Italiani e stranieri. La legge nazionale anticaporalato è una conquista del sindacato, ma non basta. Da anni, chiediamo una normativa siciliana per rafforzare gli strumenti di contrasto al fenomeno. Altre Regioni lo hanno già fatto».

«I tuguri di Cassibile come crocevia del caporalato - osservano Luisella Lionti, Nino Marino e Sebastiano Di Pietro - rappresentano un caso-simbolo per la nostra Isola dove, lo ripetiamo ancora una volta, non si può unicamente confidare nell’impegno di magistratura e forze dell’ordine per arginare un business criminale di inquietanti dimensioni. Sollecitiamo da tempo, dunque, non solo iniziative concrete delle istituzioni politiche ma anche una convinta sinergia tra associazioni datoriali e organizzazioni sindacali. Assieme a loro e con il sostegno dei consumatori - concludono i sindacalisti - nasca anche qui, magari partendo proprio da Cassibile e dalla provincia di Siracusa, una filiera di qualità capace di garantire diritti ai lavoratori e scacciare il caporalato-parassita».

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