«I giovani del nord devono emigrare verso sud: l’Italia deve ripartire dal mezzogiorno e non può prescindere dalle eccellenze siciliane». Oscar Farinetti, patron di Eataly, è stato tra gli illustri ospiti del convengo internazionale di studi storici “Fra le mura della modernità. Le rappresentazioni del limite dal Cinquecento ad oggi”, promosso dal Comune di Pachino in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania e svoltosi da giovedì sino ad oggi nella struttura dell’ex palmento Di Rudinì a Marzamemi.
Il tema al centro del convegno è stato la frontiera, materiale e immateriale, raccontata attraverso la storia da studiosi provenienti da tutto il mondo: Carlos José Hernando Sànchez, Lina Scalisi, Salvo Adorno che fanno parte del comitato scientifico assieme al sindaco, Roberto Bruno, Francesco Benigno, Alicia Càmara Munoz, Elisa Novi Chavarria, Luis Ribot Garcia, Carlo Bitossi, Gennaro Varriale, Josè Antonio Guillen Berrendero, Valentina Favarò, Cinzia Recca Adolfo Carrasco, Lavinia Gazzè, Manfredi Merluzzi, Stefania De Vincentis, Salvatore Bottari, Isabel Encisco Alonso Munumer, Stefano Magagnoli e Pinella Di Gregorio. Alla tavola rotonda conclusiva sul tema “Frontiera del cibo” hanno preso parte Oscar Farinetti, il sindaco Bruno, Stefano Magagnoli e l’eurodeputato Michela Giuffrida.
«Un importante momento di confronto – ha dichiarato il sindaco Bruno – sulle frontiere che produce ancora il mondo contemporaneo in un territorio di frontiera come il nostro. È stata un’opportunità di crescita e non potevamo non concludere con una tavola rotonda sull’importanza del cibo in un convegno svolto a Pachino, patria del food, del buon cibo e del buon mangiare, grazie a pomodoro, vino e trasformato ittico».
«Questi luoghi – ha detto Farinetti – rappresentano un brand eccezionale. Sono ottimista, vedo energie nuove e molti giovani pronti a crederci. Ma la scommessa sarà totalmente vinta quando i giovani del nord emigreranno verso il sud, impegnandosi nell’agricoltura e nella vitivinicoltura, completando quel percorso di emigrazione di meridionali che negli anni ’50 ha salvato il nord».
L’imprenditore piemontese ha lanciato la sua provocazione dal palco dell’ex palmento Di Rudinì. «Stiamo generando la fine del pianeta – ha dichiarato Oscar Farinetti - , e la straordinaria invenzione dell’intelligenza artificiale accoppiata ai nuovi media decreterà anche la scomparsa dell’occupazione. E i nuovi lavori li creeremo proprio nell’ambito delle attività che metteremo in campo per salvare il mondo».
«La vera scommessa dell’agricoltura siciliana - ha dichiarato l’europarlamentare Michela Giuffrida – ruota attorno all’innalzamento degli standard di una filosofia che si chiama biologico. Abbiamo già una reputation delle nostre produzioni a livello europeo che è eccezionale e possediamo il brand più potente che ci sia: si chiama Sicilia».
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