SIRACUSA. Ottomilioni di euro per la gestione del servizio idrico nei Comuni. Questo è uno dei provvedimenti adottati dalla Regione in attesa dell’approvazione della legge di riordino del servizio idrico. Nei Comuni dove si verificano emergenze nel settore idrico e per evitare l’interruzione del servizio si potrà accedere a queste somme. Se questo provvedimento, che era stato annunciato nei giorni scorsi dal deputato regionale Vincenzo Vinciullo, viene incontro alle esigenze dei territori in difficoltà, dall’altro la legge regionale tarda ancora ad essere definita. «La legge di iniziativa popolare è ancora ferma - osserva il sindaco di Canicattini e vice presidente dell’Anci Sicilia Paolo Amenta -, mentre il disegno di legge di iniziativa governativa che presupponeva un unico ambito a livello regionale e la creazione di piccoli ambiti a livello locale si è arenato.
C’è quindi un vuoto normativo a cui occorre porre rimedio. Per questo ci auguriamo che l’Ars decida al più presto». Con la nuova legge regionale si potrebbero assicurare garanzie per le risorse economiche a disposizione dei comuni che continuano a gestire in proprio il servizio e allo stesso tempo indicare le modalità per la gestione pubblica in tutto il territorio. Intanto nella battaglia legale tra i Comuni e il gestore privato si registra una nuova tappa: l’Ato idrico si è costituito nel giudizio per la richiesta di risarcimento danni da parte della società «Sds», che farebbe riferimento a «Saceccav». Il consorzio, guidato da poche settimane dal commissario straordinario dell’ex Provincia Rosaria Barresi, qui nella qualità di commissario liquidatore, ha deciso così di continuare la battaglia intrapresa nei mesi scorsi.
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