SIRACUSA. Un piano di rientro in tre anni per pagare il trasferimento dei 93 cassoni in un’area della zona industriale. In attesa di capire come si chiuderà la rimodulazione del progetto di riqualificazione delle banchine del porto grande, l’amministrazione comunale è dovuta correre ai ripari inserendo nel bilancio pluriennale tutte le somme dovute alla società consortile «Porto Siracusa» formata dalle imprese «Coedmar», «Sics» e «Damen».
Nel provvedimento firmato dall’ingegnere capo del Comune, Natale Borgione, si spiega che «trattandosi di un’opera pubblica appartenente al Demanio regionale, se da un lato è da escludere il ricorso a fondi comunali, comunque indisponibili, dall’altro lato occorre dare attuazione all’accordo bonario». Di fatto insomma, il Vermexio ha dovuto, per il momento, prevedere nel bilancio le somme da pagare all’impresa appaltatrice. L’importo complessivo è di 4 milioni 380 mila euro che sono state dilazionate in quattro rate. «Abbiamo elaborato questo piano di rientro in tre anni, dal 2014 al 2017 - ha spiegato il sindaco Giancarlo Garozzo - perchè comunque le somme vanno iscritte in bilancio. Contestualmente stiamo però già lavorando alla revisione del progetto».
Secondo quanto previsto nel provvedimento firmato dal dirigente comunale l’amministrazione ha impegnato l'intera somma suddividendola in questa maniera: 1 milione e 76 mila euro nel bilancio 2014, 1 milione 366 mila euro nel bilancio 2015 e 1 milione 937 mila dallo strumento finanziario del 2016. Le risorse verranno prese da tre capitoli: fondo di accantonamento per le passività regresse, spese riconosciute a seguito di sentenza o decreti ingiuntive, e fondo passività regresse derivanti dalla ricollocazione dei cassoni al porto. Per quanto riguarda in particolare le rate, il piano di rientro prevede la prima rata, di 1 milione di euro da pagare entro il 31 dicembre di quest’anno.
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