Risparmio e valorizzazione senza perdere di vista l'obiettivo delle entrate. Il Comune di Noto, dopo essersi ingegnato per mettere in pratica revisioni spesa, continua a puntare su alcune priorità come la produzione di reddito dai beni posseduti, obiettivo che nonostante l'avviata attività sino ad oggi ha portato a ben poco. E si torna a provare a fare cassa senza perdere di vista il rilancio della città in termini economici e sociali. In quest'ottica s'inquadra il nuovo piano delle valorizzazioni e delle alienazioni immobiliari approvato in questi ultimi giorni dal consiglio comunale.
"Il piano di vendita dei cespiti, nonostante l'annunciata attività, ha non ha portato a nulla", dice il sindaco Corrado Bonfanti. "Non abbiamo registrato alcuna vendita. Per monetizzare il corrispettivo inizieremo, da qui alla fine dell'anno, a indire bandi pubblici. La vendita - aggiunge - riguarderà quei cespiti che riteniamo non strategici per la nostra attività". Così per operare il riordino, la gestione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare in modo da giungere a una migliore economicità nell'impiego dei cespiti immobiliari di proprietà dell'ente - con ricadute positive sul bilancio comunale - l'Ufficio Patrimonio e quello Tecnico hanno proceduto alla formazione degli elenchi degli immobili da valorizzare e porre in vendita. Nel piano rientrano i fabbricati e i terreni da alienare in quanto non strumentali all'esercizio delle funzioni istituzionali e quelli da valorizzare. Nel piano di dismissioni rientrano le case popolari di via Sonnino (24 alloggi, all'ingresso della città), e di via Giantommaso (30 alloggi, nella parte alta di Noto).
"Il nostro obiettivo, che dovrà tradursi in realtà nel volgere di pochi anni - dice il sindaco -, è portare a conclusione la vendita di questi alloggi agli aventi diritto, ossia agli attuali occupanti". Nel progetto elaborato dagli uffici comunali rientrano anche alcuni fabbricati, taluni di pregio artistico, tra cui quello dell'aristocratica via Cavour, nel salotto buono della città, che fa parte dell'asse ereditario Giavanti, la superficie coperta con l'area di pertinenza esterna dell'ex Bar Rosso e Nero, a pochi metri da Largo Porta Nazionale, un'area del vallone dei giardini pubblici di oltre 350 metri quadrati, il garage comunale di via Napoli (già adibito a ufficio postale), un'area agricola di contrada Eloro (acquisita per abusivismo) e alcuni immobili di san Corrado Fuori le Mura.
Se da un lato il Comune intende fare cassa, dall'altro ha elaborato anche un piano di sviluppo dei beni posseduti. Nell'elenco rientrano l'ex complesso monastico dei Cappuccini di piazza Pantheon (per lungo tempo sede della Cantina Sperimentale) l'ex mattatoio di via Tommaso Fazello (che ospita il Museo Etnografico, Collezione Cascino, pronto però ad essere trasferito in altri ambienti), la palazzina ex Inps di via Vespucci (che riunirà gli uffici comunali in un'unica sede così da realizzare una riduzione dei costi), palazzo Trigona di Cannicarao e l'ex palazzo di Giustizia di via Bovio.
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