Quando si dice avere qualcosa di più. Quel qualcosa di più che madre natura aveva dato a Francesco Lentini: tre gambe di diversa lunghezza, tre piedi più uno atrofico dietro il ginocchio della terza gamba, sedici dita e due genitali.
Francesco nasce a Rosolini il 18 maggio 1889 e, quel giorno, i suoi genitori Natale Lentini e Giovanna Falco non fanno salti di gioia, né tantomeno la levatrice che, prima testimone delle sue malformazioni, emette un urlo di paura, lo nasconde in un cestino sotto il letto e alza i tacchi svignandosela.
I primi anni di vita di Lentini – su cui Alberto Giuffrè ha di recente scritto la biografia romanzata «Storia incredibile dell’uomo con tre gambe» edita da minimum fax - non sono per nulla facili. Inizialmente rifiutato dai genitori, che di figli ne hanno tanti altri, Francesco è prima accudito dalla nonna Peppina Casto e poi dalla zia Giacoma e, per un breve periodo, trova ospitalità in un orfanotrofio per bambini disabili. In una società rurale povera di istruzione e suggestionata dalle dicerie e dai fenomeni sopranaturali, le sue anomalie sono attribuite a uno «scantu» di cui è vittima la madre impressionata dall’avere visto, durante la gravidanza, il tavolo di un falegname di carretti con un buco al centro e tre gambe. In realtà le deformazioni di Francesco hanno una spiegazione scientifica: quel che avanza nel suo corpo appartiene a un gemello siamese che, nel parto, non si è riusciti a staccare e rimuovere.
Per la gente di Rosolini quel bambino dall’aspetto oltremodo singolare, guardato con stupore misto a terrore, è «u meravigghiusu», oppure «‹Ciccinieddu tri pieri». I genitori non si danno pace per il figlio oggetto di scherno da parte dei compaesani e di cui si vergognano; si rivolgono perfino a un luminare di Malta perché gli venga amputata la terza gamba, ma la medicina del tempo non è pronta per un intervento ritenuto troppo rischioso. E però, come quasi sempre accade quando si è costretti a convivere con disabilità, si sviluppano ingegni che sopperiscono alle difficoltà pratiche: Francesco impara a ignorare il peso della terza gamba - cresciuta più piccola senza che tocchi terra -, riesce a dormire senza fastidio e la lega intorno alla vita con una cintura. Ma non solo: il bambino ha una spiccata e vivace intelligenza e, sotto la guida dello zio – che lo fa esibire nelle strade del paese -, rivela un non comune talento istrionesco. Ed è così che nel 1898 il padre, insieme a Francesco e a tale Giuseppe Magnano – che si dichiara suo zio e ha già lavorato in America - s’imbarcano, via Liverpool, per il Nuovo Mondo. L’America, per tanti siciliani dell’epoca meta di speranze, non tradirà le attese. In breve tempo Francesco, divenuto Frank, si trasforma in un fenomeno da baraccone. Dopo pochi mesi dallo sbarco al porto di Boston, Frank è ingaggiato dal circo Ringling Brothers, successivamente dal più celebre Barnum & Bailey di New York diventandone una delle maggiori attrattive. Tra i suoi numeri, quello di prendere a calci con la terza gamba una palla che l’assistente gli rimanda indietro: tanta è la sua agilità e destrezza da essere chiamato «Three - Legged Football Player» (calciatore con tre gambe) con tanto di manifesto che lo ritrae mentre palleggia con l’arto di soverchio, o anche «The Three – Legged wonder» (la meraviglia a tre gambe). L’America è la sua fortuna, ma la fortuna non la regala nessuno, va conquistata con sacrifici, abilità, estro. Perciò Lentini dirà: «Sono venuto in America perché avevo sentito dire che le strade erano lastricate d’oro; quando sono arrivato, ho scoperto tre cose: primo, le strade non erano lastricate d’oro; secondo, non erano neanche lastricate; e terzo, dovevo lastricarle io». Frank è conteso dai migliori circhi e sideshow, fa tantissime tournée per il mondo e la sua carriera di showman si dilunga per più decenni. Nel 1907 sposa la bellissima Theresa Murray, figlia di un impresario di tre anni più giovane, che conosce al circo; con lei ha quattro figli, tutti sanissimi, ma, dopo circa un trentennio durante il quale si stabilisce a Wethersfield nel Connecticut, va a convivere con un’altra donna, Helen Shupe, che gli sarà vicino fino alla morte.
Frank Lentini chiude col circo nel 1952 continuando tuttavia (richiestissimo) a esibirsi in spettacoli vari e si spegne settantasettenne a Jackson in Florida – dove si trasferisce negli ultimi suoi anni - il 22 settembre 1966 dopo una vita lunga e felice malgrado le sue deformazioni fisiche. Oltre a essere un esempio del riscatto dalla disabilità, divenuto famoso, è il portavoce della diversità sostenendone la causa e battendosi contro i pregiudizi che contro di essa si moltiplicano. Uomo dall’amabile ironia, di sé diceva scherzando sui suoi difetti (rectius, eccessi): «Mia madre non ha dato alla luce due figli. Più di uno, ma non due», e sulla gamba supplementare su cui, piegandola, reggeva il suo corpo: «Sono l’unico al mondo che per sedersi non ha bisogno di una sedia». Costretto tutta la vita a comprare due paia di scarpe, alle commesse diceva che una la regalava a un amico che aveva perso una gamba in guerra. Quando si dice avere qualcosa di più. Lentini in più aveva l’intelligenza e il talento.
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