NOTO. L'odore aspro della zagara fa da contraltare al dolce profumo del gelsomino. I ricordi, le tensioni, gli affetti per un solo istante lasciano spazio al futuro pensato lontano dalla Sicilia. Sono questi gli elementi che pacificano Zagare e cemento, il cortometraggio tratto dal romanzo di Aldo Mantineo che in questi giorni ha portato a Noto la troupe cinematografica guidata dal regista Paolo Ghezzi, che è anche il produttore esecutivo, e dal protagonista della storia, l'attore Francesco Di Lorenzo.
La scelta dei luoghi - le vicende si alternano tra i muri a secco diroccati del profondo sud e i moderni palazzi del nord da cogliere nella loro immensità con il naso all'insù - che si sviluppa tra Noto, Siracusa e Catania la si deve proprio a Francesco Di Lorenzo, che ha tirato fuori dal romanzo di Mantineo la storia da proporre sugli schermi ritenendola interessante da proporre al pubblico del grande schermo. Il filo conduttore del corto è legato all'attaccamento alla propria terra d'origine e agli affetti familiari. Chi più dei meridionali sente questo legale viscerale con gli abitanti e i luogo dove è nato ed è cresciuto fanciullezza e giovinezza.
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