NOTO. Palermo, con la sua cattedrale metropolitana, e Noto con il duomo di san Niccolò elevato nel 2012 Basilica minore. Due città con le loro storie a confronto, due città che si raccontano attraverso le mani e l'opera di un fine «dicitore». Palermo e Noto, e con loro buona parte della Sicilia, in mostra.
Una volta entrati all'interno dei bassi di palazzo Ducezio, sede del Municipio di Noto, ad offrirsi al visitatore è un quadro del 1980 dedicato alla Cattedrale di Palermo. Prima di lasciare la mostra, dopo aver ammirato oltre un centinaio di lavori, lo sguardo piacevolmente si posa su un'altra Cattedrale: quella di Noto. Non è che uno dei tanti elementi che unisce e anima la vita, religiosa e culturale, delle due città siciliane e che il maestro Lorenzo Maria Bottari, pittore palermitano che da decenni vive e opera a Milano (anzi, nel mondo), è riuscito a collocare nello spazio della galleria comunale di palazzo Ducezio per rimarcare il suo forte legame con la terra che fu di Sciascia, Guttuso, Consolo e Bufalino.
Un ponte, e non solo simbolico, tra poesia e colori, arricchito dall'intenso profumo di gelsomino e dall'acre odore della zagara, rafforzato dalla forte immagine delle distese di fichi d'india che legano, quasi indissolubilmente, tutti i paesaggi siciliani. E con essi anche Palermo e Noto. Due città che con i loro monumenti rientrano, a pieno titolo, nel patrimonio tutelato dall'Unesco.
Dalla Conca d'oro, la pianura sulla quale è posata la città di Palermo, a «L'oro di Noto», questo il titolo dell'antologica di Bottari che a Noto propone buona parte del suo lungo viaggio artistico condensato negli ultimi 37 anni. Bottari e la Sicilia, quella calda terra animata da antichi motivi che, mai cancellati dal tempo nè tantomeno sbiaditi dall'incalzare del nuovo, sanno risvegliare sani sentimenti.
A cominciare dal carretto siciliano, anch'esso, complice il tempo, divenuto una tela che si sposta per i centri dei diversi paesi, quasi fosse una reliquia.
Il carretto siciliano con i suoi miti e le mille leggende espone – ecco il quadro nel quadro - le coinvolgenti storie di paladini e cavalieri. Tavole che mostrano figure calde e vivaci, e anche chiassose decorazioni pittoriche.
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