NOTO. Mosaici da valorizzare. Ma anche da salvaguardare, tenendo d'occhio i malintenzionati. Nella villa romana del Tellaro, in contrada Caddeddi, lungo il tratto di strada interno che collega Noto a Pachino, tra mille cavilli burocratici e lentezze, i riflettori sono tornati a far brillare l'esclusivo elemento di interesse: le tessere musive del IV secolo dopo Cristo, quei mosaici che dalla scorsa estate, a causa dei diversi colpi messi a segno per portare via l'incasso, continuano a essere ammirati a costo zero, senza gravare sulle tasche dei visitatori.
Da qualche giorno però c'è una nuova convenzione, che in parte integra e modifica quella stipulata nell'agosto 2008 tra il Comune di Noto e la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Siracusa, e che stabilisce l'utilizzo dei proventi derivanti dalla vendita dei biglietti (quando saranno nuovamente attivi) di accesso alla villa.
Il Comune di Noto, nel cui territorio ricade la villa romana, continuerà ad "assicurare la propria collaborazione per la perfetta efficienza e funzionalità del sito, provvederà alla manutenzione ordinaria e in casi particolari potrà concorre anche a interventi straordinari, al fine di garantire la buona tenuta e il decoro del luogo".
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