NOTO. Un anno o forse poco meno per tornare a far pulsare il cuore del Museo delle Carte, il grande contenitore culturale che per cinque anni ha custodito nell'ex monastero di santa Chiara le memorie di tanti aspetti del sapere (dal manoscritto di ricette culinarie, appartenuto a una famiglia nobiliare di Noto, al De Rebus Netinis del 1593 di Vincenzo Littara). L'impegno è venuto fuori dall'incontro tecnico voluto dal Comune e al quale hanno partecipato Cettina Raudino, assessore alla Cultura, Pietro Paolo Giannone, ideatore del Museo, Marzia Scialabba, Soprintendenza di Siracusa, sezione archivistica e bibliografica, e Claudia Giordano, archivista dell'Università di Palermo. L'obiettivo, dopo le polemiche che hanno fatto seguito alla chiusura del Museo delle Carte decisa dal Comune che ha destinato l'ex monastero alla sezione archeologica, per l'assessore alla Cultura "è di ampliare l'offerta museale della città, rispondendo però a criteri di serietà, scientificità e correttezza".
L'impegno è anche quello di dare una valorizzazione più dignitosa al museo. "In primo luogo occorrerà stabilire una nuova tipologia di gestione - dice Cettina Raudino - che miri a regolare il rapporto fra il Comune e l'ideatore della mostra. La collezione potrebbe passare in comodato d'uso da Giannone al Comune, condizione che renderebbe possibile la costituzione di un vero museo con criteri di valorizzazione contemporanei e quindi una reale fruizione per il pubblico. Dopo questo passaggio il Comune, avendone acquisito il diritto, potrà commissionare agli esperti consulenti, a proprie spese, un lavoro di inventariazione catalografica, per individuare data, provenienza, tipologia di documento fino ai necessari restauri".
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