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Siracusa. Il nuovo prefetto si presenta: «Servire la comunità, non esercitare potere»

«Sono felice di essere a Siracusa e di lavorare insieme a voi. La stampa è fondamentale: senza stampa non sapremmo nulla, senza stampa saremmo persi» – ha dichiarato in apertura, sottolineando il ruolo della comunicazione come pilastro della democrazia». Lo ha detto il nuovo prefetto di Siracusa dott. Chiara Armenia, questa mattina, nel corso dell'incontro con gli organi di stampa che si è tenuto nella sala riunioni della prefettura di Siracusa di piazza Archimede, nel corso del quale il rappresentante del Governo ha tracciato le line guida del proprio "servizio" a Siracusa. Il nuovo prefetto Armenia ha subito rotto il ghiaccio con un sorriso delineando le parole chiave della sua presenza nella città di Archimede in questi primi dieci giorni: servizio, legalità, coesione istituzionale e cittadinanza attiva, bene comune. Il bene comune è stato più volte affrontato durante l'incontro cordiale e significativo tra tutti i rappresentanti della carta stampata, web e televisiva e radiofonica della provincia di Siracusa.

Il concetto attorno a cui ha ruotato l’intero intervento è quello del bene comune: un principio che, ha spiegato, ha sempre guidato la sua attività istituzionale nei territori in cui ha prestato servizio. «Il nostro non è esercizio di potere, ma assunzione di responsabilità. Servire significa ascoltare, collaborare, mettersi al fianco delle comunità».

All'incontro hanno partecipato tra gli altri il segretario nazionale dell'Ucsi Salvatore Di Salvo, il consigliere nazionale della Fnsi Giulio Perrotti e il presidente provinciale dell'Ucsi di Siracusa Alberto Lo Passo e i direttori delle testate giornaliste siracusane. Il prefetto ha insistito sull’importanza di fare squadra con tutte le realtà del territorio: sindaci, forze dell’ordine, ASP, vigili del fuoco, associazioni. «Se lavoriamo insieme, possiamo ottenere risultati concreti. Da soli si cammina, insieme si vola». Non è mancato un riferimento al metodo operativo che intende adottare: ascolto, apertura, assenza di gerarchie rigide. «Io ho sempre detto ai miei collaboratori: non dobbiamo essere amati, ma almeno non odiati. Cerchiamo di costruire fiducia. La mia porta è davvero aperta».

Legalità, fragilità sociali ed emergenze: le priorità

Tra le priorità elencate ci sono la sicurezza, la tutela delle persone più fragili, la lotta all’illegalità e la gestione delle emergenze, da affrontare in stretta sinergia con le altre istituzioni. «Lavoreremo per garantire una presenza costante dello Stato, anche nelle aree più periferiche. Anche un singolo cittadino, che segnala una strada buia o un problema nel quartiere, merita ascolto».

Anche il cittadino deve fare la sua parte

Particolarmente significativo il passaggio dedicato alla cittadinanza attiva: «A volte chiediamo tanto allo Stato, ma dimentichiamo che anche noi siamo Stato. Se gettiamo una carta dal finestrino, se trascuriamo il nostro ambiente, stiamo fallendo nel servizio alla comunità».

Un appello alla sensibilità e alle buone notizie

Con tono diretto e autentico, il prefetto ha concluso con un invito a non perdere mai l’umanità e la sensibilità, anche nel racconto dei media: «Raccontiamo anche il bambino che salva un cagnolino, o i carabinieri che salvano un cane trascinato da un’auto. La cronaca è importante, ma anche le buone notizie fanno bene al Paese». Infine, un messaggio semplice ma forte: «Spero di essere all’altezza. Non posso fare miracoli, ma tutto quello che potrò fare, lo farò».

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