Impediva ad altri trasportatori di lavorare «nel suo territorio», sequestrata un'impresa a Siracusa
La questura di Siracusa – Divisione polizia anticrimine ha dato esecuzione al provvedimento di sequestro di beni mobili registrati, conti correnti, tre veicoli ed un’impresa denominata Caruso Group s.r.l.s. di proprietà di Giuseppe Caruso e di suo figlio il cui valore è in corso di quantificazione, emesso dal tribunale di Catania - sezione misure di prevenzione - su proposta del questore di Siracusa. Giuseppe Caruso, conosciuto come U Caliddu di Avola è in atto detenuto, affiliato alla cosca mafiosa «Trigila-Pinnintula» dominante nell’intera area sud della provincia aretusea. La rilevante pericolosità sociale di Giuseppe Caruso, per aver commesso molteplici estorsioni a danno di operatori commerciali della zona sud della provincia, ha consentito l’emissione del decreto di sequestro di beni finalizzato alla confisca, ai sensi della vigente normativa antimafia, nell’ambito della strategia di contrasto all’accumulazione e reimpiego dei patrimoni illeciti da parte delle consorterie criminali. Già arrestato e condannato in passato per fatti analoghi, in particolare, nell’ambito dell’operazione denominata Robin Hood svolta congiuntamente da polizia e carabinieri, l’11 maggio 2021 era stato sottoposto a misura cautelare, insieme ad altri 12 soggetti legati al clan, fra cui lo stesso boss Antonio Giuseppe. Dalle indagini, che vedevano il clan impegnato ad acquisire con il metodo mafioso il controllo e la gestione di attività economiche, era emerso in particolare nei confronti di Caruso un quadro probatorio di assoluto rilievo che lo vedeva coinvolto in una serie di estorsioni, consumate o tentate, a danno di molteplici operatori del settore agricolo della commercializzazione e dei trasporti dei prodotti ortofrutticoli. Di fatto, nel tempo, Caruso lavorava per conto di una ditta, la Gali Group Trasporti e Logistica srl, nella quale si era imposto come mediatore accreditandosi presso le aziende concorrenti quale responsabile commerciale della stessa come si evince in una delle tante conversazioni intercettate. Impediva agli altri trasportatori (dei prodotti ortofrutticoli della zona sud della provincia di Siracusa e Ragusa e diretti in tutta Italia) di lavorare liberamente in quello che egli stesso definiva «il suo territorio».