La polizia di Siracusa ha confiscato beni per un valore di oltre 300 mila euro a un presunto affiliato di 46 anni del clan Trigila-Pinnintula, originario di Noto e attualmente detenuto. I beni erano stati sequestrati nel dicembre del 2020 su proposta congiunta del questore di Siracusa e del procuratore di Catania. Il decreto di confisca di primo grado, emesso dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Catania, riguarda un’Audi Q5, una villa e un terreno alla periferia di Noto e il 100% delle quote societarie di un’impresa edile della quale l’uomo aveva l’effettiva gestione. Da anni infatti si era improvvisato imprenditore nel settore edile. Nel luglio 2018 era stato arrestato in flagranza di reato dalla squadra mobile di Siracusa perché trovato in possesso di quattro pistole e relativo munizionamento comune e da guerra, di 640 grammi circa di cocaina - per un valore di oltre centomila euro - e di materiale per il confezionamento della droga. Sempre nel luglio 2018 era stato raggiunto da un’altra misura cautelare nell’ambito dell’operazione denominata Araba Fenice condotta nei confronti di 19 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata alla commissione di estorsioni, incendi, furti pluriaggravati, traffico e spaccio di sostanze ad effetto stupefacente. In particolare all’uomo era stato contestato il delitto di estorsione continuata e tentata aggravata dall’aver agito avvalendosi delle condizioni previste dal metodo mafioso. Le indagini patrimoniali avevano accertato, tra l’altro, l’assoluta sproporzione tra i redditi e le entrate ufficiali riferibili al suo nucleo rispetto all’effettivo patrimonio immobiliare, mobiliare e imprenditoriale di cui si era accertata la disponibilità.