La difesa dell’ex comandante della Folgore, generale Enrico Celentano, ha chiesto oggi al gup di Pisa l’assoluzione con formula piena per il suo assistito nel procedimento sulla morte di Emanuele Scieri, il parà siracusano di leva di 26 anni deceduto nell’agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa dopo essere precipitato da una torretta di prosciugamento dei paracadute.
La richiesta della difesa di Celentano è stata criticata da Francesco Scieri, fratello di Emanuele. «È impossibile che il generale Celentano non sapesse - ha commentato all’uscita dal tribunale -. L’ispezione c'è stata, così come la chiamata sul suo cellulare alle 23.48 di quella sera. La difesa ha parlato di “congetture”, noi invece crediamo tutt'altro. Non è possibile che il comandante di tutte le caserme della Brigata non sapesse di mio fratello».
Fissate altre due udienze, il 5 e il 29 novembre, giorno in cui è attesa la sentenza per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato, l’ex comandante della Folgore e il suo aiutante maggiore, rispettivamente Enrico Celentano e Salvatore Romondia, accusati di favoreggiamento. Per loro l’accusa ha chiesto 4 anni di carcere. Per gli altri due ex caporali accusati di omicidio volontario in concorso, Alessandro Panella e Luigi Zabara, per i quali si procede con rito ordinario, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio mentre per l’ex caporale Andrea Antico, accusato di omicidio volontario in concorso e ancora in servizio nell’esercito, sono stati chiesti 18 anni di reclusione.
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