Ada Rotini, 46 anni, la donna uccisa dal marito a Bronte, mancava da Noto da diversi anni. Dopo aver conosciuto il quarantasettenne Filippo Asero, si era stabilita a Bronte, dove nell'estate dell'anno scorso aveva deciso di sposare Asero. Ritornava di rado nella città barocca, dove ancora vivono alcuni congiunti e gli amici di un tempo, compagni della gioventù trascorsa in spensieratezza. Adesso la donna, separata dal marito, viveva a Maletto, un piccolo centro vicinissimo a Bronte.
Dalla sua prima unione erano nati due figli. In città, appresa la notizia, tanta disperazione, dolore e un'immensa rabbia per un dramma che si poteva evitare. Si terrà domani (giovedì 9 settembre) a Bronte una fiaccolata contro ogni forma di violenza sulle donne. Il corteo, riferisce una nota del Comune, si radunerà davanti alla Villa Comunale, all’inizio del viale Catania, e alle ore 19 si muoverà lungo il Corso Umberto fino a piazza Spedalieri.
Stando alle vecchie conoscenze, con le quali di tanto in tanto intercorreva una telefonata o un messaggio su Facebook, qualcuno a Noto aveva esortato Ada a non seguire quell'uomo. Amiche che oggi, alla luce di quanto successo, non si danno pace. «Amava tantissimo i figli», si legge in un commento, mentre Franza e Francesca hanno voluto lasciare un amorevole ricordo: «Era molto educata, una donna buona. Si può dire che ci conoscevamo da sempre». E proprio sul profilo Facebook della signora, che da qualche mese a Bronte faceva la badante, tra le foto postate ce n'è una in cui in primo piano si vedono i volti sorridenti dei figli e i commenti inseriti da mamma Ada: «Siete tutta la mia vita». Uno scatto in particolare, probabilmente in occasione di una recente ricorrenza, ritrae madre e figli felici, mentre in altre foto la signora è in compagnia di alcuni parenti, le due sorelle e il fratello che vivono lontani da Noto.
Non ci sono, invece, foto di Ada con il marito Filippo Asero, l'uomo che l'ha sgozzata e che poi ha tentato di togliersi la vita.
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