Una quindicina di persone davanti al teatro comunale di Noto sta attendendo l'arrivo del presidente della Regione Nello Musumeci e dell'assessore Ruggero Razza. Protestano per la rifunzionalizzazione dell'ospedale Trigona di Noto che secondo loro è stato privato di tutte le funzioni vitali, come i reparti di ginecologia e ostetricia, o il pronto soccorso che ha ridotto l'orario (8-20) e ha di fatto impoverito l'offerta sanitaria del territorio nella zona sud siracusana. Il direttore generale dell'Asp Salvatore Lucio Ficarra si è fermato per parlare con loro cercando di capire le ragioni della protesta. "C'è una rete ospedaliera che prevede all'ospedale Trigona di Noto reparti per acuti. Inoltre stiamo facendo nascere un centro per il trattamento del linfedema, abbiamo avuto 60 posti Covid e abbiamo chiesto l'autorizzazione per una Rsa per disabili gravissimi. Questa è una parte dell'attività che portiamo avanti. Dieci anni fa è stata fatta una rete regionale, secondo direttive nazionali, ma non possiamo risponderne noi che stiamo valorizzando una struttura ospedaliera che era abbandonata". Il direttore dell'Asp di Siracusa, Salvatore Lucio Ficarra, spiega perchè qualsiasi tipo di protesta che riguarda l'ospedale di Noto, come quella di stamane, sia solo strumentale. "La rete ospedaliera ha deciso che ci siano dei reparti ad Avola e dei reparti a Noto visto che i due ospedali sono molto vicini. Ma al Trigona abbiamo reparti per acuti come lungodegenza e geriatria e nel reparto di Riabilitazione stiamo formando medici fisiatri e terapisti per creare un centro d'eccellenza per garantire una assistenza adeguata e di qualità ai pazienti provenienti anche da altre province con patologia linfedematosa e che consenta ai cittadini di non fare viaggi verso il nord. Con l'Ufficio speciale del presidente della Regione abbiamo ottenuto un finanziamento per rimodernare gli impianti di ossigenazione che erano fuori norma e stiamo rimodernando tre reparti. Il pronto soccorso è attivato h12 con grandissimi sforzi visto che non ci sono medici disponibili, ma purtroppo la pandemia ha assorbito i medici e gli infermieri".