Un ostello per stagionali a Cassibile, Scavone: "Modello contro il caporalato in agricoltura"
È stato aperto questa mattina a Cassibile, quartiere a quindici chilometri da Siracusa, l'ostello dedicato ai lavoratori stagionali. Il sito, realizzato dal Comune di Siracusa con un contributo di 242 mila euro, finanziato dal Ministero dell’Interno, potrà ospitare un’ottantina di persone distribuite in diciassette unità abitative e sei di servizi igienici. L’Ufficio Speciale per l'Immigrazione dell’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Siciliana assicurerà una serie di servizi dal trasporto degli stagionali nei luoghi di lavoro, al pasto quotidiano grazie ai fondi comunitari del programma Su.Pr.Eme. Italia (Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze in ambito di grave sfruttamento e marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle 5 regioni meno sviluppate). Una sinergia tra Enti che ha permesso di creare un modello per combattere il caporalato in agricoltura e favorire il rispetto dei diritti umani e sociali. Fuori dal campo le forze dell’ordine stanno vigilando su un protesta pacifica da parte di una trentina di residenti che con striscioni stanno manifestando contro l’apertura dell’ostello. «La creazione e la gestione del campo di accoglienza di Cassibile, che sostituisce la vecchia baraccopoli, è frutto di un lavoro sinergico e di un modello del governo regionale. Strutture simili ne apriremo presto a Ragusa, Agrigento e Trapani» ha detto l’assessore regionale alle Politiche sociali, Antonio Scavone oggi a Cassibile. «L'obiettivo - aggiunge - è quello di contrastare i fenomeni di caporalato anche attraverso un servizio di trasporto sperimentale, tramite van, per facilitare la mobilità connessa al lavoro. Inoltre, le unità mobili sanitarie permetteranno sia l'erogazione diretta di servizi sanitari sia l’accompagnamento presso le strutture pubbliche del territorio. Parliamo di immigrati regolari che costituiscono per alcuni settori, in primis l’agricoltura, una risorsa lavorativa essenziale per la nostra economia».