Un colpo alla piazza dello spaccio di Melilli è stato dato dai carabinieri con l'operazione denominata White Mountains. Sono sette le persone arrestate dai militari dell'Arma della compagnia di Augusta su delega della Procura della Repubblica di Catania - Direzione Distrettuale Antimafia. I reati contestati sono di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e traffico di sostanze stupefacenti. Gli arrestati sono: Salvatore Aresco, 27 anni di Siracusa, Christian Crucitti, 32 anni di Siracusa, Nicolò Minardi, 30 anni di Siracusa, Alfonso Sollano, 24 anni di Augusta, Rosario Vinci, 28 anni di Siracusa, Antonino Montagno Bozzone, 30 anni di Augusta, Marianna Mandragona, 30 anni di Siracusa. Le indagini sono partite a maggio 2019: i carabinieri di Augusta hanno messo in campo servizi di osservazione, controllo e pedinamento con fotoriprese. Non sono mancate le intercettazioni telefoniche e ambientali. Tutto questo ha portato all'individuazione di un sistema criminale al capo del quale c'era Rosario Vinci: il leader del gruppo si approvigionava di cocaina nella frazione Villasmundo di Melilli e nella frazione Belvedere di Siracusa e poi gestiva un gruppo di spacciatori al dettaglio a Melilli. La modalità operativa per lo spaccio prevede un controllo capillare del territorio e l'uso di cassette della posta e auto in disuso parcheggiate per strada e usate come nascondigli per la droga. Vinci dirigeva gli spacciatori alle proprie dipendenze, insegnando loro le tecniche di taglio e i modi in cui eludere i controlli delle forze dell'ordine. Ad esempio, imponeva il rispetto del codice della strada per non dare all'occhio e li obbligava a usare il casco quando erano sullo scooter. In auto, la cocaina doveva essere tenuta sfusa sul tappetino e a portata di mano si doveva tenere dell'acqua: in caso di controlli l'acqua sarabbe stata versata sullo stupefacente per scioglierlo, invece di gettarla dal finestrino. Non mancavano anche i rimproveri quando non portavano in tempo il denaro ricavato dallo spaccio o quando tagliavano male la cocaina. Era lui a mentenere i rapporti con i clienti e per alcuni amici stretti operava direttamente la consegna. Il principale fornitore di cocaina era Antonino Montagno Bozzone (da lui deriva il nome dell'operazione “White Mountains”), anche lui arrestato. Nei confronti di Montagno Bozzone c'era un profondo timore reverenziale a causa della sua indole violenta che si scatenava quando si verificavano ritardi nei pagamenti. Ma allo stesso tempo Montagno Bozzone si mostrava clemente in alcuni episodi, come quando ha concesso gratuitamente della cocaina agli spacciatori che si erano trovati costretti a disfarsi di quella che avevano a causa di un controllo dei carabinieri. Montagno Bozzone è accusato anche di estorsione: quando i suoi debitori non potevano pagare si faceva consegnare le auto. Nel corso dell’esecuzione dell’odierna ordinanza sono stati sequestrati circa 50 grammi di marijuana e 5 di hashish, rinvenuti nella disponibilità di due dei soggetti catturati. Gli arrestati sono stati condotti al carcere di Catania e in quello di Augusta-Brucoli. Montagno Bozzone si trovava già nel carcere di Caltagirone. L'operazione è stata condotta con un dispositivo composto da oltre 50 Carabinieri, tra cui quelli dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” di Sigonella, del Nucleo Cinofili di Nicolosi e del 12° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Catania Fontanarossa. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal Tribunale di Catania – Ufficio Gip, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania.