È finito in carcere Damiano Giuffrida, 24enne di Augusta. Era ai domiciliari con braccialetto elettronico ma i suoi comportamenti hanno fatto sì che il giudice gli aggravasse la pena. L’arrestato era ai domiciliari dal marzo del 2020, dopo gli arresti nell'ambito dell'operazione "Pochette". Giuffrida è altresì sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, emessa dal gip di Siracusa ed eseguita dagli agenti del Commissariato nel mese di maggio 2020, poiché ritenuto responsabile di una serie di furti ciclomotori avvenuti ad Augusta agli inizi dello scorso anno. L’odierno arrestato è noto in quanto soggetto dedito alla commissione di gravi violazioni sebbene sottoposto alle misure emesse dall’Autorità giudiziaria e, proprio per questo, Giuffrida è stato sottoposto a controlli da parte degli operatori di polizia che portavano ad accertare diverse violazioni alle prescrizioni delle misure. In particolare, nel mese di gennaio, lo stesso è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria per evasione, in quanto non è stato trovato presente ad un controllo di polizia. Dai successivi approfondimenti, si è accertato che il braccialetto elettronico che doveva fare scattare l’allarme non funzionava e, quindi, non è stato fornito alcun segnale anche quando usciva dal raggio di azione. Nei successivi controlli sono stati sorpresi all’interno dell’abitazione numerosi soggetti già conosciuti alle forze di polizia che andavano da Giuffrida e con lo stesso intrattenevano conversazioni telefoniche e scambio di messaggi. Il 28 gennaio, alla luce delle molteplici violazioni segnalate dal locale Commissariato, poiché l'uomo ha manifestato una personalità irresponsabile e refrattaria all’osservanza delle regole che determinano un’incompatibilità del soggetto con la misura degli arresti domiciliari, il Giudice ha disposto l’aggravamento della misura cautelare della custodia in carcere.