Gli agenti della Squadra mobile ed i carabinieri di Siracusa hanno portato a termine l’operazione antidroga denominata "Demetra" culminata con l’arresto di 27 persone, di cui 25 condotte in carcere e 2 ai domiciliari. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
L’inchiesta, coordinata dai magistrati della Dda di Catania, ha focalizzato l’attività illecita di due gruppi criminali dal 2016 al 2019 che avrebbero gestito due piazze, quella di via Italia 103 e di via Immordini, nella zona nord di Siracusa.
Inizialmente, le indagini degli inquirenti si erano concentrate sulla prima banda, finita nel 2012 nell’operazione Itaca della Squadra mobile, che era strutturata come una vera e propria organizzazione. Gli indagati, inoltre, si sarebbero resi protagonisti di alcuni video, pubblicati sui social network, alcuni veri e propri spot pubblicitari della loro «piazza di spaccio» ed altri in cui si vantano dei lauti guadagni della loro attività illecita. I dettagli dell’operazione saranno resi noti alle 10 nel corso di una conferenza stampa alla Questura di Siracusa.
Ci sono anche episodi di estorsione nell’inchiesta Demetra. Nel corso delle indagini, gli agenti di polizia ed i carabinieri, hanno scoperto che il gruppo di via Italia aveva imposto il pizzo ai commercianti ambulanti che, ogni mercoledì, partecipano alla fiera settimanale in piazza San Metodio, usata dalla banda per lo spaccio.
Secondo i magistrati della Dda di Catania, quei soldi spillati alle vittime servivano per compensare i mancati guadagni della droga: in sostanza si sarebbe trattato di «un risarcimento per il lucro cessante», come definito dal Giudice per le indagini preliminare nell’ordinanza cautelare.
«Notevole anche la valenza simbolica del contributo imposto ai commercianti, a dimostrazione della forza e del controllo del territorio esercitato dal sodalizio nelle zone di sua influenza» fanno sapere i magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania.
Le indagini si sono avvalse delle intercettazioni telefoniche ed ambientali e dell’uso di sistemi di videoripresa. Ma una grossa mano l’hanno data i collaboratori di giustizia, le cui rivelazioni hanno permesso di ricostruire la struttura piramidale dei gruppi.
Sono in carcere Gianfranco Bottaro, 25 anni; Faical Baisari, 31 anni; Luigi Cacciatore, 26 anni, Tullio Caia, 36 anni; Daniele Cassia 33 anni; Nicolas Cassia, 29 anni; Steven De Simone, 28 anni; Pietro Di Mari, 36 anni; Angelo Drago, 45 anni; Stefano Fazio, 37 anni; Mirko Giardina, 23 anni; Corrado Greco, 37 anni; Alessio Inturri, 31 anni; Angioletto Latina, 26 anni; Damiano Lentini, 32 anni; Roberto Rosario Lentini, 34 anni; Tommaso Liotta, 26 anni; Adriano Pirrone, 21 anni; Francesco Salemi, 52 anni; Pasquale Salerno, 24 anni; Giuseppe Serino, 25 anni; Mirko Vaccarella, 27 anni; Fabio Enzo Vinci, 26 anni; Alessio Visicale, 23 anni. Sono ai domiciliari Manolito Aimone, 44 anni, e Danny Urbino, 25 anni.
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