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Priolo, boom di nascite di fenicotteri con il lockdown in primavera

Delle 809 coppie solo 47 hanno nidificato nelle isole artificiali, mentre la gran parte ha preferito costruire il nido sugli argini naturali. La prima osservazione di uova schiuse si è verificata il 17 aprile, mentre è del 9 maggio l’osservazione dei primi pulcini. «Il numero delle coppie nidificanti è ancora più importante alla luce dell’incendio di un anno fa - prosegue Fabio Cilea - Ora, finalmente, abbiamo avviato tutte le opere necessarie per ripristinare i sentieri e le strutture d’osservazione che, nel giro di poche settimane, ci permetteranno di riaprire i percorsi, almeno in parte, dell’area protetta». Oltre al fenicottero, la Riserva naturale Saline di Priolo ospita specie rilevanti dal punto di vista conservazionistico, quali un’importante colonia di fraticello, e poi pollo sultano, cavaliere d’Italia, fratino e avocetta.

«A livello nazionale - spiega Marco Gustin, responsabile Specie e ricerca della Lipu - il fenicottero ha uno stato di conservazione definito inadeguato a causa di un areale ristretto e di una popolazione nel complesso molto concentrata in pochi siti, seppur costituita da 25 mila coppie in forte crescita. A livello continentale, invece, lo stato di conservazione della specie è favorevole».

Dopo il grave incendio del 2019 che ha colpito la Riserva di Priolo, si sono strette intorno all’area protetta tantissime persone e tante realtà locali che hanno contribuito alla rinascita di Saline di Priolo. A favorire la ripresa dell’area protetta c'è la Lukoil, che ha stanziato i fondi per la stesura del progetto, e la Eni Rewind e la Versalis, che hanno finanziato il taglio degli alberi bruciati. Lavoro che, una volta terminato, permetterà di tornare a fruire del sito con la massima tranquillità e sicurezza.

Il fenicottero è una specie tipicamente mediterranea, che nidifica in Italia dal 1993. Frequenta lagune aperte e poco profonde, laghi o delta estesi o fangosi, soprattutto costieri, o saline non più profonde di un metro. In Italia conta su 25 mila coppie, con un trend in forte crescita. Tuttavia il suo stato di conservazione è giudicato inadeguato a causa della concentrazione della popolazione in pochi siti. Tra le minacce alla specie ci sono innanzitutto la predazione da parte di cani randagi,il disturbo da parte dell’uomo, le variabili climatiche, le condizioni non adeguate del suo habitat, la predazione da parte di altre specie.

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