Avrebbe meditato di andare via da Avola, magari per rifarsi una nuova vita o per tenersi lontano dai guai. Andrea Pace, il venticinquenne avolese ucciso a colpi di pistola davanti alla porta della sua abitazione nella notte tra martedì e mercoledì scorsa, avrebbe parlato con delle persone di sua conoscenza di questa sua idea. Lo avrebbe fatto qualche giorno prima della spedizione punitiva, forse avrebbe fiutato una brutta aria attorno a se ed allontanarsi dalla sua città avrebbe potuto consentirgli di riflettere un po' sulla sua vita.
In quel colloquio, avrebbe manifestato le sue intenzioni, chiedendo consigli ma il piano è rimasto solo nella sua testa, probabilmente la sua condanna a morte era stata già decretata.
Ma il punto, almeno per i carabinieri ed i magistrati della Procura di Siracusa, è risalire a chi ha deciso di porre fine alla vita del venticinquenne, dal passato un po' turbolento, costellato da due arresti, uno per spaccio di droga, nel 2015, l'altro per atti persecutori ai danni della sua ex compagna appena un anno fa.
Scavando nella vita del giovane, senza un lavoro e con una figlia di sei anni avuta da una precedente relazione, gli inquirenti tenderebbero, in questa fase, ad escludere che quei due episodi abbiano avuto un peso con il suo decesso. E così, i carabinieri della Compagnia di Noto, tenuto anche conto che Andrea Pace non risulta inserito negli organici di Cosa Nostra, in particolare nella cosca Trigila, leader nella zona sud del Siracusano, starebbero battendo altre piste. Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori, c'è il denaro, magari il giovane avrebbe accumulato un debito con qualcuno anche se uccidere un debitore significa perdere per sempre la possibilità di recuperare i soldi.
L'altro elemento su cui sono al lavoro gli investigatori, coordinati dal procuratore Fabio Scavone ed il sostituto Carlo Enea Parodi, è rappresentato dai bossoli, 5 in tutto, ritrovati a ridosso dell'abitazione della vittima, in via Neghelli. Di colpi, stando alle informazioni fornite dalle forze dell'ordine, ne sono stati esplosi 10, la metà è andata a segno, 4 alla schiena, un proiettile ha invece centrato il ragazzo in pieno. Da una prima valutazione, la pistola usata è una semiautomatica, uno di piccolo calibro, di quelle capaci di sparare in sequenza. E poi c'è la distanza, che, secondo alcune informazioni al vaglio degli inquirenti, dovrebbe essere non superiore ai 3 metri. Chi ha premuto il grilletto non avrebbe voluto commettere errori, inoltre con un'arma del genere non si sarebbe potuto permettere di sparare da una grande distanza.
Ad agire, secondo fonti investigative, sarebbero stati almeno in due, uno con il compito di ammazzare il disoccupato, l'altro, probabilmente avrebbe fatto da palo, dando informazioni al complice sull'arrivo della vittima. E non è escluso che avrebbero ricevuto, al telefono, la segnalazione dell'imminente arrivo di Andrea Pace a casa. Il giovane avrebbe trascorso la serata in compagnia di persone a lui vicine e forse una di queste avrebbe avvertito i killer dei movimenti della vittima, inconsapevole, mentre rientrava a casa, che quelli erano i suoi ultimi istanti di vita.
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