Cinque anni di reclusione per l'ex sindaco Massimo Carrubba e altrettanti per l'ex assessore al Cimitero Antonio Giunta; due anni e una multa di mille euro per l'ex consigliere comunale Carmelo Trovato. Sono queste le richieste di condanna formulate ieri mattina dal pubblico ministero Andrea Ursino, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catania nell'aula di Corte d'assise del tribunale di Siracusa nel processo, che vede imputati di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio i due ex amministratori del comune megarese e l'ex consigliere. La vicenda è quella che ha portato anche allo scioglimento del consiglio comunale di Augusta del marzo 2013 per presunte infiltrazioni mafiose. A tutti e tre gli impuati sono state riconosciute le attenuanti generiche per la condotta processuale mentre per gli altri imputati, già condannati nel processo "Morsa", il rappresentante dell'accusaha chiesto l'aumento di un anno sulla precedente condanna per Marcello Ferro e per Sergio Ortisi, di un anno e due mesi per il fratello di quest'ultimo Tony Ortisi, di un anno e 4 mesi per Maurizio Carcione, mentre per il collaboratore di giustizia Fabrizio Blandino l'aumento di due mesi sulla recente condanna. Il pm inoltre ha chiesto 4 anni per Salvatore Alescio, 3 anni e sei mesi per Tullio Tedesco, l'aumento di un anno sulla precede condanna per "Terra bruciata" per Emanuele Gambuzza, questi ultimi sono imputati non collegati alle vicende del Comune megarese, ma alle elezioni del 2006 di Siracusa e alle regionali del 2008, il cui filone è stato accorpato. Andrea Ursino, nel ricordare che si è trattato di un processo lungo, durato circa 6 anni, che ha visto alternarsi una decina di giudici, si è complimentato con l'imputato (Carrubba) che ha sempre presenziato con la massima attenzione e rispetto e ha depositato per il collegio centinaia di pagine della requisitoria scritte e sintetizzate ieri. Per la pubblica accusa «Il lavoro confluito nell'informativa ha tenuto alla luce delle risultanze processuali» e non vengono contestati agli imputati tanto le procedure d'ufficio o violazioni che non ci sono o il fatto che non siano stati rispettati gli adempimenti di legge ma «una condotta costituita da ripetuti e confidenziali contatti personali e telefonici prima delle elezioni, che assicuravano ai mafiosi un filo diretto extraistituzionale tale da - ha detto Ursino - rafforzare il loro prestigio e la loro capacità operativa nel settore dei lavori pubblici. Si garantiva ad essi l'accesso ad informazioni relative a lavori da svolgersi nel comune di Augusta tra i programmi dell' amministrazione non accessibili ai comuni cittadini e un rapporto diretto filo extraistituzionali di prestigio». Per il pm in questo consisterebbe il concorso esterno, che va condannato anche come monito per gli amministratori di ogni città d'Italia. A seguire ha preso la parola l'avvocato di parte civile del Comune megarese Sebastiano Grimaldi secondo cui "è un fatto acclarato l'esistenza di questa cellula del clan Nardo nel territorio di Augusta", si sono susseguite le arringhe dei legali di Barbera per Blandino, di Franco Passanisi per Tony Ortisi, Ornella Valenti per Sergio Ortisi e di Beniamino D'Augusta per Maurizio Carcione, quest'ultimo era in collegamento video con un carcere. I legali hanno ribadito la non colpevolezza dei loro assistiti di cui hanno chiesto l'assoluzione. La notizia completa nel Giornale di Sicilia in edicola