Martedì prossimo sarà aperta nell'istituto di medicina legale di Milano la bara che contiene i resti di Emanuele Scieri, il parà siracusano morto a 26 anni il 13 agosto 1999 in caserma dopo un volo da una torre per l'asciugamento dei paracadute alla Gamerra di Pisa. La riesumazione è avvenuta ieri nel cimitero di Noto e questa mattina la Procura di Pisa ha conferito a Cristina Cattaneo, direttrice del laboratorio di antropologia e odontologia forense (Labanof) di Milano, che in passato si era occupata anche dei casi di Yara Gambirasio e di Stefano Cucchi, l'incarico per eseguire un nuovo accertamento. La consulente ha chiesto sessanta giorni, a partire dal 21 maggio, per eseguire l'accertamento sui resti e depositare la relazione. Questa mattina i legali della famiglia di Scieri che da vent'anni chiede verità sul caso, e quelli degli indagati per omicidio volontario in concorso, tre ex commilitoni del giovane, sono stati ricevuti dal procuratore capo Alessandro Crini e dal pm Sisto Restuccia titolare dell'inchiesta per essere presenti all'affidamento dell'incarico. L'incontro, che doveva essere un passaggio formale, è durato oltre un'ora e mezzo perché i legali dei tre indagati hanno sollevato questioni di nullità sulla procedura di riesumazione. Andrea Di Giuliomaria, difensore di Luigi Zabara, ha spiegato: "Abbiamo sollevato una questione di nullità dell'autopsia perché riteniamo che l'atto fatto ieri, cioè la riesumazione, sia irripetibile". Ieri, al cimitero di Noto i legali degli indagati non erano presenti perché, spiegano, nell'avviso ricevuto venerdì sera sulla procedura di riesumazione, non erano indicati né il luogo né la data. "Tutto questo - ha spiegato Di Giuliomaria - inficia quindi la validità dell'autopsia. È stato violato il diritto della difesa a partecipare a un atto irripetibile. Dalla procura dicono che si tratta di un mero spostamento, ma noi non sappiamo se l'estrazione della bara e il suo spostamento in altro ambiente abbia creato problemi sulla conservazione dei resti. E oggi ci rappresentano l'esigenza di far presto con l'autopsia proprio per garantire la conservazione. Ma questo, secondo noi, dovrebbe valere sin dall'inizio di tutta la procedura". La bara di Scieri si trova già nell'Istituto di medicina legale di Milano. Vent'anni di misteri e di omertà intorno alla morte di Emanuele Scieri. Il caso è stato riaperto dalla Procura di Pisa il 28 settembre 2017 su istanza della commissione parlamentare d'inchiesta presieduta nella passata legislatura da Sofia Amoddio (Pd), la cui relazione fu approvata all'unanimità. L'autopsia dell'epoca accertò che il paracadutista mori' il 13 agosto, tre giorni prima del ritrovamento del corpo. Adesso, dal nuovo esame, ci si attendono riscontri alle ipotesi accusatorie e cioè che Scieri possa essere morto in seguito a violenze e percosse. La famiglia di Scieri non ha mai creduto all'ipotesi del suicidio sostenuta in un primo tempo dagli inquirenti. Tre gli ex commilitoni del parà indagati. Uno, Alessandro Panella, 40 anni di Cerveteri, era stato arrestato nell'agosto 2018 dopo alcune intercettazioni. Secondo l'accusa stava preparando l'espatrio negli Stati Uniti essendo in possesso del doppio passaporto; finito poi ai domiciliari mantiene ora l'obbligo di firma. Gli altri indagati sono Luigi Zabara, 41 anni di Frosinone, e Andrea Antico, 40 anni di Cerveteri, l'unico tuttora sottufficiale dell'esercito in provincia di Rimini. Fra i dubbi della Procura, oltre al sospetto che Scieri sia stato ucciso, c'è anche quello che il giovane si sarebbe potuto salvare se fosse stato soccorso in tempo. Scieri morì la sera stessa del suo arrivo alla caserma Gamerra dopo 45 giorni di addestramento. La commissione parlamentare ha accertato atti di nonnismo a bordo del pullman che conduceva i militari da Firenze a Pisa e vi sono sospetti che la sua morte sia conseguente a un ulteriore atto di nonnismo subito in caserma. (AGI)