È attraccata alle 11,30 nella rada di Augusta la nave Stromboli, l'unità della Marina Militare con a bordo 36 migranti che sono stati salvati ieri a 75 chilometri dalla Libia dalla nave Cigala Fulgosi e poi trasferiti sulla Stromboli. La nave è approdata al pontile Nato, nel territorio di Melilli, lo stesso luogo che ospita il relitto del barcone naufragato nel 2015 e recuperato in fondo al mare, temporaneamente esposto alla Biennale di Venezia. "La giornata di ieri mi auguro faccia riflettere qualcuno. Se quando nasce un problema il tuo primo primo pensiero non è risolverlo, ma finire sui giornali, allora c'è qualcosa che non va. In un governo ci si siede al tavolo tutti insieme e si lavora. Per il Paese. Questo ci chiedono gli italiani!". Lo scrive su Facebook il vicepremier e leader M5s, Luigi Di Maio a proposito del salvataggio da parte della Marina Militare della nave Stromboli. "Ieri c'è stata la dimostrazione che quando il governo gioca da squadra segna il punto. Senza urlare o sbraitare, senza minacce al mondo, in poche ore, grazie soprattutto al lavoro del presidente Conte, siamo riusciti a salvare la vita a quelle persone e a fare in modo però che ad occuparsene non fosse nuovamente l'Italia, ma l'Europa!", sottolinea Di Maio. Ma ieri si è sfiorato lo scontro tra Salvini e Di Maio. Il premier Conte ha buttato acqua sul fuoco dando il via libera all'attracco della nave della marina militare. Il soccorso era scattato ieri mattina: la nave Cigala Fulgosi, un pattugliatore impegnato nell'operazione 'Mare Sicuro' aveva intercettato un barcone che "stava imbarcando acqua e quindi era in procinto di affondare". Non c'era dunque alcun dubbio che i migranti fossero in "imminente pericolo di vita" - anche perché i 36 a bordo, tra cui due donne e 8 bambini, erano senza giubbotti salvagente - e non c'è dubbio che era necessario intervenire "in aderenza alle stringenti normative nazionali e internazionali". Poco dopo dal palco nella Marche Matteo Salvini è partito all'attacco. "Io porti non ne do - dice - O si lavora tutti nella stessa direzione o non può esservi un ministro dell'Interno che chiude i porti e qualcun altro che raccoglie i migranti". Una posizione molto dura che il titolare del Viminale è costretto però a smorzare quando ribadisce il suo no alla concessione di un porto per la Mare Jonio: "Un conto è la nave dei centri sociali - dice infatti - e un conto è una nave della Marina, che attraverso il suo ministro di riferimento si assumerà le proprie responsabilità ". Anche il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, non ha replicato, limitandosi a far trapelare la "massima fiducia" nell'operato della Marina e sottolineando che da parte sua non c'era stata alcuna indicazione particolare. Per evitare uno scontro Difesa-Interno il premier Conte aveva già sentito diversi paesi europei. "Ho raccolto la disponibilità di Malta, Francia e Lussemburgo a prendere alcuni migranti" e l'Italia attende una risposta anche da "Germania, Spagna e Portogallo" ha detto sottolineando la "grande disponibilità dagli amici europei".