"Credo che avessero dato dei soldi al dottore De Lipsis per avere questi giudizi a loro favorevoli. De Lipsis era il Giudice del Consiglio di giustizia amministrativo di Palermo, della Regione Sicilia. L'ho saputo perché me lo ha detto Amara". Soldi che secondo Alessandro Ferraro, imprenditore siracusano, sarebbero stati dati all'ex presidente del Cga di Palermo Raffaele Maria De Lipsis per accogliere il ricorso del parlamentare regionale sospeso Pippo Gennuso al fine di disporre una mini tornata elettorale e consentire all'esponente politico di Rosolini di strappare un seggio all'Ars.
Ed in effetti, quelle elezioni in sole 9 sezioni si tennero nell'ottobre del 2014 al termine delle quali Gennuso soffiò il posto a Pippo Gianni. La testimonianza dell'imprenditore è stata resa al gip del tribunale di Roma nel corso dell'incidente probatorio in relazione all'inchiesta per corruzione della Procura di Roma.
Ferraro è ritenuto dai magistrati il braccio destro di Piero Amara, avvocato di Augusta, indicato, insieme al suo collega Giuseppe Calafiore, come il cardine di questo presunto sistema in grado di veicolare le sentenze in favore dei loro assistiti. Calafiore, durante la sua deposizione, ha sostanzialmente confermato l'ipotesi accusatoria, cioè che Gennuso avrebbe pagato, circa 80 mila euro, per ottenere un pronunciamento favorevole del Cga.
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