Un'istanza alla Corte europea per i diritti umani contro l'ordinanza choc che ha archiviato le indagini sulla morte di Tony Drago. Dopo il primo momento di sconforto, i familiari del giovane siracusano trovato morto il 6 luglio del 2014 all'interno della caserma «Lancieri di Montebello»di Roma, riprendono la lotta per fare emergere la verità su cosa sia realmente accaduto a Tony Drago.
Una verità che sembrava scritta, non solo nelle parole dei periti nominati dalla famiglia ma ancor di più nella relazione dei consulenti nominati dal giudice per le indagini preliminari di Roma, Angela Gelardi, che invece ha deciso di archiviare il caso perché «gli elementi racconti non possono ritenersi idonei a sostenere l'accusa in giudizio».
Per la morte di Drago erano indagate otto persone, tra ufficiali e soldati semplice. «Per noi questa sentenza è una vera e propria beffa - racconta Angelo Pappalardo, che per Tony Drago era come un papà -. Il giudice per le indagini preliminari, di fatto, ha sconfessato gli stessi consulenti che aveva nominato».
L’articolo nell’edizione della Sicilia Orientale del Giornale di Sicilia