"Avevamo saputo dei contrasti tra il gruppo del Bronx ed il clan Bottaro-Attanasio, in quel momento rappresentato da Luigi Cavarra, che aveva picchiato Riccardo Di Falco". Un diverbio alla base di un summit di mafia, avvenuto il 19 giugno del 2015 in via Bartolomeo Cannizzo, nel rione di Bosco Minniti, in prossimità dell'androne di casa di Gianfranco Urso.
Un retroscena emerso ieri nel corso della testimonianza di un poliziotto nell'aula della Corte di Assise del tribunale dove si celebra il processo denominato "Aretusa" per traffico di droga che vede alla sbarra 20 persone.
L'agente, insieme ai colleghi della Squadra mobile ed ai carabinieri del Nucleo investigativo, al comando del capitano Enzo Alfano, ha partecipato alle indagini su questo vorticoso commercio di stupefacenti, tra hashish e cocaina, che avrebbe visto come una delle personalità di spicco Gianfranco Urso, figlio di Agostino Urso, "u prufissuri", storico capo clan ammazzato il 29 giugno del 1992 al Lido Sayonara, a Fontane Bianche.
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