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Danno erariale a 4 società in house di Siracusa, assolti 39 ex consiglieri comunali

I giudici d'appello della corte dei conti hanno confermato la sentenza di primo grado e dichiarati prescritti e assolti 39 tra ex e attuali amministratori e consiglieri comunali di Siracusa: l'accusa era danno erariale riguardo alla costituzione e al successivo scioglimento di quattro società in house.

Tra i prescritti l'ex sindaco Giancarlo Garozzo, all'epoca consigliere comunale, gli ex sindaci Giambattista Bufardeci e Roberto Visentin e l'ex assessore regionale Edgardo Bandiera, all'epoca presidente del consiglio comunale. Secondo la procura contabile, che aveva passato al setaccio la gestione dell'esercizio economico-finanziario del Comune di Siracusa 2007-2010, le società erano state costituite in realtà per stabilizzare il personale precario.

Un'operazione che non era andata secondo le previsioni visto che erano state approvate norme che limitavano l'assunzione nelle società partecipate. Questo tentativo aveva avuto un costo circa 208 mila euro per la costituzione e il mantenimento in vita delle società. Per la procura un danno erariale.

I giudici hanno respinto la domanda della procura per intervenuta prescrizione per: Edgardo Bandiera, Mauro Basile, Alfredo Boscarino, Giuseppe Bufardeci, Mariano Caldarella, Giuseppe Casella, Salvatore Castagnino, Salvatore Cavarra, Sergio Claudio, Roberto Di Mauro, Giacinto Ferrara, Rosario Fortuna, Giancarlo Garozzo, Giuseppe Gentile, Giuseppe Leone, Giancarlo Lo Manto, Nando Mancosu, Ferdinando Messina, Roberto Messina, Marco Ravalli, Marco Reale, Domenico Richiusa, Salvo Sorbello, Luciano Spicuglia, Antonino Zito, Giambattista Bufardeci, Roberto Visentin, Concetto La Bianca, Ezechia Paolo Reale, Bernardo Giuliano, Francesco Midolo, Paolo Romano, Carlo Regolo, Gianmarco Lo Curzio e Carmelo Fileti.

Tre consiglieri comunali, Gaetano Malignaggi, Michele Sipala e Marcello Burti, che non si erano costituiti in giudizio e quindi non avevano chiesto il ricorso alla prescrizione, sono stati assolti perché la Corte non ha ravvisato nel loro comportamento responsabilità amministrative

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