C’è una nuova forma di racket, oltre a quella tradizionale con l’intimidazione attraverso l’incendio della porta di ingresso di un negozio o il recapito dei proiettili nella buca delle lettere.
Si manifesta con il saccheggio dei prodotti contenuti nelle attività commerciali prese di mira, dal cibo agli orologi, dai vestiti ai giochi per bambini. «L’aspetto preoccupante - spiega il coordinatore provinciale delle associazioni antiracket, Paolo Caligiore - è che i commercianti tollerano questo comportamento, ritenendolo quasi indolore».
La crisi economica ha, dunque, comportato un cambio di strategia dei gruppi che gestiscono le estorsioni anche se il grosso di esse si continuano ad esercitare alla vecchia maniera. «Le intimidazioni ci sono sempre - dice ancora Paolo Caligiore - ma il vero male è la mancanza di denunce da parte delle vittime, tra commercianti ed imprenditori. È un atteggiamento omertoso spalmato su tutto il territorio della provincia di Siracusa che cerchiamo di combattere con le campagne di sensibilizzazione. Solo che non ci sono grani risultati, sono pochissimi a presentare denunce».
L'articolo nell'edizione Sicilia Orientale del Giornale di Sicilia