Il gup di Messina, Monica Marino, ha rinviato a giudizio l'ex senatore di Ala, Denis Verdini, per finanziamento illecito ai partiti nell'ambito dell'inchiesta del cosiddetto 'sistema Siracusa'.
Davanti alla seconda sezione penale del Tribunale, il prossimo 22 gennaio, come ricostruisce la Gazzetta del Sud, dovrà comparire come imputato anche Giuseppe Mineo, ex magistrato del Consiglio di giustizia amministrativa, per corruzione in atti giudiziari.
Stralciata la posizione degli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore, che da tempo collaborano con la Procura, e di Alessandro Ferraro, uomo di fiducia di Amara. Tre le parti civili: Comune e Ordine avvocati di Siracusa e Legambiente.
Secondo l'accusa, attraverso una serie di passaggi societari, Verdini avrebbe ricevuto, a titolo di finanziamento del gruppo politico di cui era coordinatore, circa 300 mila dall'avvocato Pietro Amara per suo interessamento per la designazione di Mineo al Consiglio di Stato, che non otterrà l'incarico.
L'ex magistrato del Cga siciliano è accusato invece di avere favorito clienti di Amara in contenziosi milionari che avevano instaurato contro il Comune e la Sovrintendenza di Siracusa, in cambio, sostiene la Procura, di 115mila euro, andati in parte a beneficio di un amico del magistrato, l'ex governatore della Sicilia Giuseppe Drago, bisognoso di cure.
A giudizio anche il notaio Giovambattista Coltraro, ex parlamentare regionale, per calunnia nei confronti del direttore dell' Agenzia delle Entrate di Siracusa, e i consulenti tecnici Salvatore Pace e Vincenzo Naso, per falso e corruzione per avere confezionato alcune perizie "compiacenti" per favorire clienti di Amara in contenziosi amministrativi.
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